LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Manca una vita alla fine della stagione ma è indiscutibile che la Roma abbia acquistato calciatori veri. Che stanno rendendo assai. Nella città in cui mezza piazza piange ancora l’addio di Walter Sabatini, eletto idolo appena arrivato a Roma, e l’altra mezza piazza prima ha idolatrato e poi rinnegato Monchi, fino a maledirne l'intera stirpe, si parla poco dell'attuale direttore sportivo. Che supera il primo trimestre con voti positivi.
Pau Lopez, Spinazzola, Mancini, Smalling, Veretout. E non abbiamo praticamente visto Mkhitaryan, mentre stiamo proprio iniziando ad apprezzare Diawara. Mezza Roma che sta quantomeno facendo il suo dovere, è figlia dell’ultima campagna acquisti. Che ha una firma in calce. Quella di Gianluca Petrachi. Che non fuma durante le conferenze stampa e non usa iperboli per svelare i retroscena sulle trattative. Che non viene preceduto dalla sua fama raccontata da libri sul suo metodo. Gianluca Petrachi si affida invece a una dialettica che spesso lascia campo ad ambigue interpretazioni, si sfoga per difendere la Roma vessata dagli arbitri subendo di conseguenza processi televisivi e rimbrotti societari, perché la Roma si è votata all’inspiegabile linea del silenzio quando subisce torti inammissibili.
Ha il suo ego da domare in taluni casi, ma come per tutti i dirigenti che operano sul mercato, il suo lavoro va giudicato per la resa delle campagne acquisti e non per il personaggio, o per le recite. Dalle stelle alle stalle, e poi la solidità: dopo Alisson e Olsen, serviva equilibrio in porta, ed ecco Pau Lopez, oggi sicuro baluardo tra i pali e regista arretrato. Dopo una diaspora di grandi difensori centrali, e il timore conseguente di sbagliare acquisti in quel settore, ecco Mancini e Smalling, per una Roma che in terza linea era davvero all’anno zero. E poi Spinazzola, che quando sta bene dimostra di essere non solo un'operazione legata al bilancio. Per arrivare a Veretout. Non c’è controprova, ma con uno così lo scorso anno la mediana avrebbe avuto un senso, perché era tutto ciò che mancava e serviva. Uno di quei calciatori che starebbe bene pure nella rosa delle squadre che puntano allo scudetto. La Roma non lotta per lo scudetto e non è già qualificata ai sedicesimi di Europa League, ma la sensazione forte che in estate siano arrivati calciatori di livello è palese.
Non era facile ricostruire dopo le macerie lasciate dalla passata stagione. Petrachi non passerà alla storia come il nuovo Allodi, ma in una città che si innamora e poi magari odia i direttori sportivi fino a farne una questione di fanatismo, due parole si possono spendere pure per lui, senza esagerare, perché la Roma, con Petrachi direttore sportivo, ha comprato calciatori validissimi.
In the box - @augustociardi