LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Sono lo stemma della Roma. Sono anziano, ma ogni volta è come se fosse la prima volta. Mi cuciono sulle maglie da decenni, sono finito su ogni tipo di tessuto, dalla lana all'acrilico, fino a quelli più innovativi e traspiranti dei giorni d'oggi. Ho vissuto sulla mia pelle tutte le tonalità del rosso bordato di giallo, lontano da Roma viaggio quasi sempre vestito di bianco, ma ho conosciuto l’elegante blu, che ho ritrovato quest'anno, il grigio, l’arancione e il verde e il nero. Sono sempre stato al mio posto, all'altezza del petto, pure quando venivo criticato per le modifiche apportate in nome dei mercati da conquistare, del marketing. Ho fatto persino ricorso a un chirurgo estetico, Gratton, che mi ha rifatto i connotati, rendendo la mia faccia da lupo stilizzata.
Sono lo stemma della Roma. Mi baciano. E ogni volta ci ricasco. Forse perché credo nell’amore. Forse perché so cosa significa essere baciato da uomini che non finirò mai di amare così come sono convinto che loro non smetteranno mai di amare me. Anche se le strade si sono separate. Di Bartolomei, Bruno Conti, Giannini, Totti, De Rossi. Amori veri. Eterni. Primi amori. Mi baciavano dopo un gol, prima di alzare un trofeo, e siccome di trofei non ne abbiamo vinti tanti, ci siamo sempre aggrappati a quei baci, come fossero trofei. Poi ci sono i baci fugaci. La vita non è fatta soltanto di amori eterni. Ci sono passioni che si consumano in una notte ma non si dimenticano per una vita intera. Mi hanno baciato uomini che oggi facevano gol e domani firmavano per un’altra squadra, pronti a baciare nuovi stemmi, a celebrare sull’altare nuovi amori, non meno fugaci.
Mi lascio baciare. Come ieri sera. Perché ho un nuovo innamorato. È poco più che un ragazzino, lo slang giovanile lo etichetterebbe come toy boy. Molti storcono il naso. Non possono baciarti tutti, mi rimproverano, il bacio è una cosa seria, non basta un gol al Milan, ti spezzerà il cuore. Controbatto contrariato. Il bacio, in quanto serio, essendo importante, dando emozioni, non deve essere recintato dalla logica. Se a baciare lo stemma dovessero essere soltanto i calciatori che mi porteranno per sempre sul petto, l’ultimo a poterlo fare sarebbe stato De Rossi. Non è giusto. Ho bisogno di emozioni, abbiamo bisogno di emozioni e di passioni. Quindi, di baci. Zaniolo bacia bene. Fa l’amore col pallone, poi porta le labbra su di me. Sa come conquistarmi. Non esisterebbe bacio passionale se ci distraessimo, nel mentre, per interrogarci su futuri possibili tradimenti della donna o dell’uomo che ci ha lusingato, infiammato, conquistato. Il bacio è estemporaneità. È una dolce aggressione, improvvisa, illogica. So bene che alcuni calciatori sono baciatori seriali, ma ci passo sopra. Se mi baciano, quando mi hanno baciato, stavamo condividendo una gioia. Condividevamo un’emozione. Zaniolo mi emoziona. Mi accende. Mi porterà fiero sul petto dieci anni? Impossibile. Cinque anni? Non credo proprio. Ma ora non mi interessa. Sono lo stemma della Roma e ho voglia di essere baciato. Zaniolo, Nicolò, può farlo fin quando avrà voglia, fin quando potrà.
In the box - @augustociardi