LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Ci avevamo preso gusto. Dopo tre vittorie consecutive fra campionato e coppa, Roma-Atalanta pur restando un test a rischio, contro la rivale più accreditata nella corsa al quarto posto, sembrava essere un trampolino di lancio. C’è voglia di rilancio dopo un anno balordo, si vedono le basi di un piano tecnico e tattico che ha una logica. E dopo due pareggi pieni di contraddizioni, con Genoa e Lazio, sono arrivate tre vittorie. Meritate grazie all’assunzione di responsabilità dei senatori, colpevolmente assenti nella passata stagione, da Dzeko a Kolarov fino a Fazio; dalla crescita costante dei gioielli di famiglia Pellegrini, Zaniolo e Kluivert; dal felice inserimento dei nuovi. Poi arriva l'Atalanta. Arriva Gasperini che è un bravissimo allenatore. Antipatico? Non viene pagato per fare battute, ma per fare risultati, e i risultati della sua Atalanta sono eccezionali. Partita strana. Quattro tiri per parte. Due gol di differenza. Ma la Roma non ha perso per gli errori di mira. Perché il primo scorcio di stagione non ha evidenziato un problema sotto porta. Le partite equilibrate vengono risolte dagli episodi. Zaniolo dopo una fuga travolgente fa la cosa sbagliata a porta sguarnita. Pochi minuti dopo Zapata la porta la sfonda. Amen.
La Roma non ha perso per manifesta inferiorità. Ha perso. Non è crollata, non è stata umiliata, non ha sbagliato approccio e non ha peccato di superbia. Ha perso, e ciò irrita, ma è viva. Deve lavorare tanto, ma non allarma. Commentare in questo modo non significa essere indulgenti. Può invece aiutare a capire su cosa insistere e cosa modificare. Il cambio modulo in corsa è stato apportato anche perché a sinistra Kolarov rischiava di andare in difficoltà contro i robocop bergamaschi. La sostituzione di Zaniolo, che al netto dell’errore nel momento cruciale risultava il romanista più pericoloso, è stata necessaria perché, di nuovo ammonito, a ogni azione rischiava l’espulsione. Due spunti di riflessione. Kolarov a sinistra spesso soffre se non in possesso palla, ma è fondamentale quando attacca e quando tira. Zaniolo deve continuare a lavorare sodo per eliminare quei difetti di crescita e diventare uno dei calciatori più forti della Serie A.
Poi in difesa non c’è un Beckenbauer, ma la Roma non lotta per lo scudetto, è in lizza per un piazzamento in Champions League. Però Fazio è più presente a se stesso e Smalling dà l’impressione di essere una risorsa importante per questa squadra. E in attacco, uno come Dzeko più è supportato e meglio è. Contro l'Atalanta, come contro la Lazio, a tratti è stato lasciato troppo solo. Dettagli? Piccoli difetti di crescita? Comunque argomenti di discussione. Perché le basi ci sono. Lo scorso anno, a fine agosto, Roma-Atalanta fu l’inizio della fine. Ieri è stata una tappa. Persa. Ma pur sempre una tappa.
In the box - @augustociardi