LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Fine luglio 2019. L’Italia spera, gira film sapendo che non verranno mai proiettati. Spera che il campionato alle porte non sia paurosamente noioso, non vuole aggrapparsi, come nella passata stagione, alle emozioni della lotta per il fantasmagorico quarto posto, o all’entusiasmante corsa salvezza. L’Italia, calcistica, ha paura di mandare in sala una pellicola già vista, quella del campionato passato, barboso nel nascere morto a causa della protagonista sovrana, alla quale provavano, un anno fa, a contrapporle un’antagonista dopo l’altra. Una più improbabile dell’altra. L’Inter vinceva tre partite di fila e trovavano analogie con l’anno del triplete. Il Napoli passava in vantaggio a Torino, e per un quarto d’ora urlavano “è l’anno del Napoli”. Poi tutti nei ranghi. Torpore e rassegnazione. Fino al finale. Quando l’Inter ostentava tendenze suicide e l’Atalanta puntava decisa all’Oscar di rivelazione dell’anno, il Milan si arrabattava e la Roma compiva l’omicidio perfetto, di se stessa.
Fine luglio 2019, hai visto mai che hanno riscritto i copioni? Stai a vedere che la Juventus tarderà ad assimilare il sarrismo? Guai a obiettare che sarà più facile che Sarri da aspirante Che Guevara si trasformi in manager pettinatissimo FCA style adattandosi in fretta, la gente vuole sognare, e ipotizza crisi di rigetto del corpo estraneo. E sperare che l’inizio della Serie A non spoileri una stagione a rischio apatia. Si punta forte sull’Inter, danneggiandola. Conte a modo suo ringhia contro la dirigenza e nelle ore successive dalle stelle alle stalle: stai a vedere che si dimette? Follie da anticiclone africano. Potenza deleteria dello scirocco. Delirio da Internacional Champions Cup, la madre di tutte le false illusioni. L’Inter completerà il suo mercato, magari non sarà quello dei sogni che media benevoli le attribuivano, ma se Conte si è esposto a colpi di machismo, avrà avuto rassicurazioni, e alla fine della giostra potrà auto celebrarsi per avere stimolato il club ad agire. Chi toglierà lo scudetto alla Juventus? L’Inter o il Napoli? Che doveva comprare sia James Rodriguez sia Icardi sia chiunque altro? C’è voglia di defenestrazione dei bianconeri. La Serie A pare il campionato norvegese quando vinceva sempre il Rosenborg. Poi alla fine quasi sicuramente la Juventus farà nove e punterà a dieci. Napoli e Inter si contenderanno il secondo posto, che in fondo non vale nulla in funzione bacheca, ma offre la certezza di non dover soffrire per entrare in Champions League.
E la Roma? Si mette pepe valutandola al ribasso. Ma già oggi, chiudesse il mercato, non si capisce perché dovrebbe partire nettamente più indietro del Milan che fa spese a Empoli. Roma, Milan, ancora Atalanta, probabilmente Lazio, difficilmente Torino, in attesa di capire che Fiorentina sarà. Alle spalle delle prime tre quasi designate, la prossima stagione dovrebbe presentare gerarchie più o meno definite. Quindi? Stiamo immaginando un kolossal e poi scopriremo di assistere a un film scopiazzato? Per molti il calcio estivo è bello anche per questo. Per molti, ma non per tutti. Si inganna l’attesa, magari insultandosi a vicenda tutto il parentado per il gol di Higuain al Tottenham. “È un gol illusorio, Higuain è finito”, “finita ce sarà tu sorella”. E complimenti simili. La verità è che tutti hanno voglia che inizi il campionato. Ma che tutti abbiano paura che sia solo una copia di mille riassunti. E che leggera leggera, si bagna la fiamma. E non rimanga nemmeno la cera. Della speranza.
In the box - @augustociardi