LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Fino a due anni fa, la Roma e il Napoli erano le uniche realtà che non sfiguravano nel panorama italiano. Si alternavano alle spalle della Juventus, per quanto sempre a distanza di sicurezza a favore dei cannibali torinesi, e seppur con limiti e difetti davano soddisfazione ai propri tifosi. Regalando alla Serie A quel sano pathos, negato dall’inesistente lotta scudetto, per il piazzamento in Champions League. Nella competizione più ambita si andava in due. Un posto riservato manco a dirlo alla Juventus, l’altro a chi fra Roma e Napoli si aggiudicava la medaglia di argento. Poi, due stagioni fa, la svolta. La Champions League ha iniziato ad accogliere quattro squadre. La Roma si è “distratta” in campionato puntando tutti i suoi gettoni sulla splendida cavalcata interrotta in semifinale. Mentre il Napoli, quasi disastroso oltre confine, per la prima volta metteva in discussione la dittatura bianconera. Qualcosa era cambiato. Roma terza ma ad anni luce dalla squadra di Sarri. Che con Ancelotti si confermerà al secondo posto, mentre la squadra che nel 2017 aveva fatto il record di punti con Spalletti, verrà rivoluzionata. Storia recente. Sesto posto. Un disastro. Via dalla lega dei campioni. Si riparte dai preliminari di Europa League.
Nel calcio moderno siamo abituati a stilare le classifiche dei fatturati, dei monte ingaggi, dei soldi portati dalle sponsorizzazioni. Confrontando i numeri di Roma e Napoli sale la rabbia. Perché oggi, nel 2019, si dà per assodato che la Roma non possa reggere il confronto con la squadra di De Laurentiis. Roma e Napoli fino a due anni fa si alternavano alle spalle della Juventus attraverso due modi opposti di lavorare. La Roma movimentando come pochi altri club il mercato, il Napoli sposando la terapia conservativa: una cessione top ogni due anni, ossatura invariata, pochi acquisti e quasi mai di rilievo. Fino a due anni fa si poteva preferire la strategia di Pallotta o quella di De Laurentiis, ma i risultati di Roma e Napoli erano simili. Oggi non più. E nel frattempo l’Inter è tornata in auge, dopo anni di buio, quel buio in cui ancora brancola il Milan. L’Inter si è di fatto sostituita alla Roma nelle considerazioni di massa e nel duello per il titolo di squadra più forte fra quelle umane. Contando su un potenziale economico non ancora certificabile ma intuibile. La Roma non si è ridimensionata economicamente ma si è impoverirà tecnicamente. Con la conseguenza di risultati sportivi scadenti e, quindi, andando incontro a un down finanziario che l’ha spinta all’abbassamento dell’asticella delle aspettative.
Cambio di allenatore, rivoluzione tecnica alle porte, cambio di direttore sportivo, tanti dubbi sul futuro. Che devono necessariamente aprire una discussione nelle stanze che ospitano i summit dello stato maggiore del club. Proprio nel momento in cui ci si preparava per gli esami di maturità, la Roma è tornata alle scuole medie. I dirigenti-docenti se la prendono coi calciatori-studenti. Molti calciatori-studenti preferiscono cambiare squadra-scuola. Si ricomincia da capo. Sperando che il programma scolastico stavolta segua un filo logico per evitare nuove bocciature. Assurdo spendere come e più del Napoli e non potere neanche immaginare di sfidarlo.
In The Box - @augustociardi