LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Cosa ha l’Inter più delle altre? La classifica, che ha portato i nerazzurri ad avere cinque punti in più di Milan e Atalanta, sei in più della Roma. Margine che non ti permette di staccare la spina ma ti offre ampie garanzie per programmare la prossima stagione contando sulla Champions League. L’Inter piena di problemi interni che ha saputo però, prima delle frane di spogliatoio, piazzare sette vittorie consecutive, fino a inizio novembre. Superata la buriana successiva, l’Inter nel derby di ritorno ha raddrizzato la barra con la zampata decisiva. Alla vigilia i nerazzurri arrivavano spacciati, contro il Milan lanciato, che avrebbe spinto all’inferno i cugini e preso il largo: tre a due per Spalletti.
Cosa ha il Milan più delle altre? Due calciatori arrivati durante il mercato di gennaio. Il Diavolo deve a Piatek e Paqueta lo sprint d’inverno. Rischiando l’osso del collo con l’Uefa che almeno tramite documenti mette pressione. Dopo l’impatto perfetto, Piatek e Paqueta hanno rallentato, ora Gattuso riparte da loro. Il brasiliano torna in campo dopo qualche settimana di stop, dovrà riprendere a cucire i rapporti fra la mediana e l’attacco. Il bomber polacco ha uno smalto leggermente più opaco. Se torna ad aumentare la produzione offensiva il Milan di eviterà di lasciare per strada partite tipo quella di Parma.
Cosa ha l’Atalanta più delle altre? La condizione fisica. Smagliante per alcuni elementi della rosa. Hateboer e Castagne hanno ripreso a girare a mille. Ilicic è l’uomo in più del campionato. Entra a partita in corso e la spacca in due. Lui più di Gómez, più di Zapata, che recentemente era parso appannato. Ilicic è la qualità che si adegua ai ritmi forsennati della squadra di Gasperini.
Cosa ha la Lazio più delle altre? Verrebbe da dire nulla, e non per campanilismo. Fra le squadre in lotta per il piazzamento, è quella più in difficoltà, di classifica e fisica. Sta a quattro punti dalle quarte, ha davanti quattro squadre che rendono la rincorsa ancora più dura: zero punti con la Spal, uno in casa col Sassuolo, zero a Milano, zero in casa col Chievo. Risultati che hanno spinto la Lazio giù dal cornicione, con Inzaghi e Tare in discussione, i calciatori contestati, e la sensazione che in più rispetto alle altre ci sia soltanto l’amarezza di vedere l’obiettivo sfumare in anticipo.
Cosa ha il Torino più delle altre? Non tantissimo, che è bastato però per non perdere mai di vista il treno per l’Europa che conta. Difesa blindata, centrocampo “interessante”, attacco tornato a contare su Belotti. Niente di eccezionale, ma il Toro ha avuto dalla sua la regolarità. Non i picchi, perché salvo non prendere gol per cinque partite consecutive, i suoi numeri non sono da record. Il Torino ha l’allenatore perfetto per se stesso.
E la Roma? Più delle altre ha il potenziale inespresso. Ora comincia a giocare persino bene. Ha smesso di prendere gol da chiunque, ora può mostrare la sua essenza, uccisa da sette mesi di gestione innaturale. Basterà? Di sicuro le pretendenti al piazzamento Champions ora temono la Roma. Tanto. Ranieri sta finalmente facendo esprimere alla squadra le qualità nascoste.