LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Radja Nainggolan. Classe 1988, trenta anni lo scorso maggio. Fisico da atleta, professionalità accertata. E qui a qualcuno verrà da ridere. Ma come? Professionalità accertata uno che bestemmia ubriaco a capodanno? Che candidamente non nasconde i propri vizi (o virtù?)? Il proprio stile di vita? Sì. Radja Nainggolan. Professionalità accertata. Acclarata. Dai numeri. Partiamo dall’ultima stagione. 38 partite di campionato complessive, lui ne ha giocate 31, tutte da titolare. Ne ha saltate 7, 1 per ragioni disciplinari (post video di capodanno, è stata un’idiozia fare quella diretta scollacciata, è chiaro, non serve un cattedratico per certificarlo), 2 per squalifica, 1 per affaticamento muscolare, 1 per problemi all’adduttore. 2 volte è stato in panchina, alla vigilia di Roma-Chelsea e di Liverpool-Roma, leggasi turnover.
Già, la Champions League. 11 partite giocate su 12, saltata soltanto quella di Barcellona, si era fatto male pochi giorni prima a Bologna, ma il super professionista Nainggolan generosamente non si arrendeva, restava in campo ancora per qualche minuto mentre migliaia di romanisti urlavano al televisore “esci li mort@€€! tua che se ci giochi sopra finisci la stagione!”. A Barcellona ci ha provato fino all’ultimo, da grande professionista qual è. Uno che da quando è arrivato a Roma (gennaio 2014) ha giocato, in Serie A, 155 match su 172. Numeri da iron man.
Ha saltato meno di un girone in quattro campionati e mezzo. 7 infortuni in carriera (compresa la slogatura della caviglia nel 2010-11, quando poco più che ventenne intravedeva il vero calcio, a Cagliari), nessuno che lo abbia mai costretto a saltare più di due partite consecutive. Amato dai compagni, idolatrato e rimpianto da tifosi ed ex tifosi, temuto dagli avversari, apprezzato dagli allenatori.
Da Bisoli che lo vedeva centrale di mediana a Garcia, che gli fece spazio in una Roma che quando arrivò il belga era rodata da cinque mesi eccezionali. Da Spalletti, che ne ha esaltato le doti da incursore, a Di Francesco, il tecnico con cui ha reso meno, il tecnico che nonostante ciò non ne ha mai voluto fare a meno. Lo dicono i numeri. Che non mentono mai soprattutto quando fissano le presenze, le assenze, gli infortuni, il rendimento. Parametri che distinguono i professionisti seri degli scavezzacollo. Perché Radja è “la sera leone, in campo campione”. Per rime simili con “attributi” diversi, rivolgersi ad altri calciatori semmai. Nainggolan ha sempre fatto il suo dovere. Sarebbe pronto a farlo anche all’Inter. Per una cessione difficilmente spiegabile. All’Inter.
@augustociardi - In The box