LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Ogni cosa abbia riguardato la Roma, ha avuto un percorso standard: annuncio in pompa magna, attesa, tradimento delle aspettative, giustificazioni-alibi, e poi risentimento. Si arriva a Trigoria con una fama che ha già doppiato la realtà, che si tratti di un allenatore o di un calciatore, di un dirigente marketing o di un esperto di acciaio che servirà per lo stadio. Facile montarsi la testa, quasi automatico respingere eventuali critiche ergendosi su un colle di protervia. C’è l’ex direttore sportivo che dall’anonimato mediatico ha assunto il ruolo della figura mitologica narrata fino a farlo diventare un eroe fuori dal tempo. Ci sono gli allenatori che dopo un mese diventano Prof, Maestri, Maghi, che almeno una volta al mese vanno ospiti nelle università. Tre vittorie consecutive e tiriamo fuori numeri parziali per dire o scrivere “meglio della Roma di Liedholm”, salvo poi aggrapparci, in tempi di magra, ai quarti d’ora di buon calcio mostrati magari quattro mesi prima. Difesa dell’orto metropolitano. A chilometri zero. Come i trofei. Zero.
Abbiamo avuto quindi il Presidente che con una mossa metteva al giogo i potenti de mondo; un Amministratore delegato Italo-americano su cui ora si fa ironia manco fosse Stanlio, mentre ci sarebbe da piangere andando a ricordare quanto guadagnò durante il suo soggiorno romano; direttori marketing annunciati come gli inventori del commercio che non hanno mai fatto crescere il fatturato; calciatori con zero presenze in ogni categoria spacciati per nuovi Maldini, Ibrahimovic, Messi.
Ora c’è un Direttore sportivo, bravissimo, che ha vinto tanto, ma che fra un’intervista spagnola e un libro che ne esalta metodi e imprese, dovrebbe capire meglio, di concerto con l’allenatore, che qui non si vince da dieci anni, studiando di conseguenza una strategia non basata su “il mio calcio, il mio metodo, io qua e io là”. Perché nel calcio il passato ha vita breve. Nel calcio ogni anno si ritorna a essere allievi. I professori appatentati devono scendere dalla cattedra e infilare il grembiule. Dimostrare. Accettando critiche che tra l’altro questa edizione di Roma non ha mai subito. Mai allenatore è stato così supportato, mai squadra è stata così “perdonata”. Di chi è la colpa se la Roma è a circa venti punti dalle prime due? Dei pali? No, la colpa è, anche, delle cattedre, che nella storia del mondo hanno fatto più danni dei balconi o dei palchi da quali ammaestrare e pilotare le folle.
@augustociardi - In The Box