LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Schiacciati dal rischio, mai del tutto corso, di perdere Nainggolan, e all’alba del gravissimo addio di Dzeko, si sta dando poca importanza alla cessione di Emerson Palmieri. La sua giovane storia calcistica è nota. Bravissimi Sabatini prima e Spalletti poi a credere in lui, che per rendimento nella passata stagione si è imposto sul podio dei terzini sinistri con Alex Sandro e Ghoulam.
Neo nazionale azzurro, mentre Totti lasciava il calcio lui lasciava in campo il ginocchio nella drammatica partita del 28 maggio. Dispiace. Ma mica finisce il mondo. Mentre ti aspetto prendo Kolarov, usato stra sicuro. E quando tornerai la Roma si godrà la migliore fascia sinistra del campionato. Per non essere da meno, sul lato opposto, ecco Karsdorp. L’olandese più Florenzi. Kolarov più Emerson Palmieri. Volendo (dovendo) c’è pure Bruno Peres. Dopo anni di Piris, Jose Angel, Emanuelson, Dodo e Cole, finalmente le fasce sono corsie centrali e non accessori (a onor del vero ci sono stati anche Maicon e Balzaretti, durati troppo poco).
Tre mesi fa ci sfregavamo le mani aspettando il ritorno di Karsdorp e di Emerson Palmieri. Insieme sono durati 180 minuti. 90 a testa. L’olandese tornerà. Il brasiliano da avversario, forse. Classe 1994, quest’anno ne fa ventiquattro. Una stagione piena nella Roma, quella della crescita per molti inattesa, una compartecipazione nello sfacelo di Coppa Italia col Torino a fine dicembre. E via. C’erano Karsdorp e Florenzi, Kolarov ed Emerson Palmieri. Volendo (dovendo) pure Bruno Peres. Sembrava un cerchio finalmente chiuso. Sembrava. Abbiamo dovuto rispolverare quelle impolverate liste infinite di esterni sinistri e destri, magari ambidestri, fra gli esuberi e le scommesse, italiani e stranieri. Altro giro, altra corsa. Emerson va a correre a Londra. Mancherà.
@augustociardi - In The Box