LR24 (DARIO BERSANI) - Domani è Avvento, ma è come se fosse Ferragosto. La classifica dice che il campionato in vetta non è mai cominciato. Il 2017 puó chiudersi con quattro squadre a distanza di una partita, forse mezza, aspettando con aviditá il recupero del 24 gennaio a Genova. Uno scudetto tutto da giocare, un venerdì da ricordare. Undici punti per riassumerlo: quasi una formazione di buoni motivi. Roba sana. Giusto per arrivare in tiro a martedi, per farci timbrare il passaporto europeo e poi consultare le istruzioni di uno stadio tutto nuovo, solo da scartare e da montare.
Alisson e il suo tacco magico (provace a fallo a Torino, tu provaci soltanto e mettemo in giro la chiacchiera che sei bello ma nun balli).
Kolarov che chiede di rifiatare: la Tenerezza allo stato puro.
Il rientro in campo di Emerson.
La Sud che ha confermato anche per iscritto: l’Amore è reale, l’Odio è virtuale.
La Roma che senza quattro titolari tira 37 volte in porta all’avversario.
Schick che gioca più in una partita che in tutto il girone.
Il primo di Lorenzo Pellegrini in maglia giallorossa. (E dire che non era facile perché Gomis è in gambahahah).
La scoperta che il Var funziona pure per le maglie a tinta unita.
Dzeko che si rallegra per il gol fatto.
Di Francesco che si rabbuia per quello subito.
Il Perotti incolume del post tamponamento è un’altra bella notizia. Ma anche noi che ieri sera nun semo morti de freddo non scherza.
@DarioBersani - Disappunti di viaggio