DIARIO DELL'ANNO - Dalla cavalcata in Champions al cammino incerto in campionato: tutto il 2018 giallorosso

31/12/2018 alle 19:24.
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LAROMA24.IT (Daniele De Angelis - Chiara Ciotti) -  Il 2018 è agli sgoccioli. Sono trascorsi 12 mesi intensi per i colori giallorossi, tra gioie e dolori. Come consuetudine per gli ultimi giorni dell’anno, LAROMA24.IT ripercorre con voi i principali avvenimenti che hanno caratterizzato l’anno che sta per chiudersi. Questo è il 'Diario dell'Anno', edizione speciale della nostra rubrica quotidiana ‘Diario del giorno’ che riavvolgerà il nastro dell'anno a tinte giallorosse.

VOLATA PER IL 3° POSTO TRA CRISI, MERCATO E IL CASO NAINGGOLAN - Dopo il dicembre altalenante della Roma, il 2018 a tinte giallorosse si apre con il caso Nainggolan: la diretta su Instagram tra alcol, sigarette e bestemmie scuote Trigoria e costa al belga l’esclusione dal match con l’Atalanta il 6 gennaio, ritorno in campo della Roma in campionato dopo la sosta. “Decisione condivisa con società e giocatore”, tuona il tecnico. Con Nainggolan che si scusa.

Ma la Roma parte col piede sbagliato e in casa incassa la prima sconfitta del 2018 contro l’Atalanta: 2-1 firmato da de Roon e Cornelius. Poi due pari consecutivi, con Inter e Sampdoria (nel recupero della 3a giornata d’andata), e di nuovo una disfatta all’Olimpico contro i blucerchiati. Gennaio nero e crisi di risultati per gli uomini di Di Francesco, che tornano al successo solo il 4 febbraio contro il Verona, poi le vittorie con Benevento ed Udinese prima però di crollare di nuovo in casa contro il Milan sotto le reti di Cutrone e Calabria. Prosegue, però, traballante il cammino della Roma in campionato: sfodera un’ottima prova a Napoli rifilando un 4-2 alla squadra di Sarri, vince contro Torino (con firma di Daniele De Rossi che, in silenzio e senza esultare, dedica la rete a Davide Astori, scomparso appena qualche giorno prima, il 4 marzo) e Crotone, poi si fa stoppare sull’1-1 dal Bologna e cade tra le mura amiche contro la Fiorentina. Dopo il secco 2-0 incassato dai viola, la Roma infila solo risultati utili in campionato: dal pari nel derby fino allo 0-0 contro la Juventus, passando per le vittorie contro Genoa, Spal, Chievo e Cagliari per concludere il campionato con l’1-0 sul campo del Sassuolo. La classifica, a conti fatti, recita per la Roma 77 punti e 3° posto conquistato davanti a Inter e Lazio.

Ma, tra la vicenda Nainggolan (e l’interesse del Guangzhou Evergrande) e la crisi di risultati a gennaio, a Trigoria si addensano le nubi del mercato invernale con il Chelsea che piomba su Emerson Palmieri e su Dzeko: il terzino brasiliano saluta, Edin resta in giallorosso.

SOGNO CHAMPIONS E IMPRESA SFIORATA - Per una Roma che arranca in campionato ce n’è una che viaggia spedita in Champions League. Dopo il passaggio del girone, condiviso con Chelsea, Atletico Madrid e Qarabag da prima della classe, la Roma trova agli ottavi della competizione europea lo Shakhtar Donetsk. All’andata, disputata il 21 febbraio, la formazione giallorossa perde in rimonta, ma ribalta il risultato nel ritorno all’Olimpico: l’assist vincente di Strootman per Dzeko fa volare i giallorossi ai quarti di finale. Barcellona-Roma è l’esito del sorteggio a Nyon: dalla Spagna esultano (“un cioccolatino per i blaugrana”), per la Roma invece parole di incoraggiamento da Totti: “Con serenità, sarà dura anche per loro”. Nella gara d’andata, il 4 aprile al Camp Nou, il Barça si impone 4-1 con la rete di Dzeko a tenere vive le speranze giallorosse. Il ritorno è storia: la Roma trionfa 3-0 con la rete del 9 giallorosso, il rigore di De Rossi e il colpo di testa all’82’ firmato da Manolas, che ribalta il risultato e regala alla Roma una storica qualificazione in semifinale di Champions League. E l’impresa contro i blaugrana, nella notte del 10 aprile all’Olimpico, entra di diritto nella storia romanista.

Ad attendere i giallorossi in semifinale il Liverpool di Klopp e dell’ex Momo Salah. Ad Anfield (da segnalare gli scontri prima del fischio d’inizio del match nei pressi dello stadio) non c’è storia con i Reds che asfaltano la formazione di Di Francesco 5-2 (a segno per i giallorossi Dzeko e Perotti), all’Olimpico al ritorno, il 2 maggio, la Roma vince 4-2 ma non basta per volare in finale (sarà Real Madrid-Liverpool con i Blancos ad aggiudicarsi il trofeo). Da sottolineare la direzione arbitrale “ridicola” del direttore di gara, Skomina, come definita da James Pallotta nel postpartitia: tra le accuse un fuorigioco inesistente segnalato a Dzeko, poi steso in area dal portiere dei Reds, Karius, e il fallo di mano di Alexander-Arnold in area di rigore che intercetta il tiro di El Shaarawy, con penalty non assegnato ai giallorossi. Si conclude, a testa alta, la splendida cavalcata della Roma in Europa, con l’impresa e il sogno della finale sfiorato.

RIVOLUZIONE ESTIVA E IL CASO MALCOM - In estate arriva una vera e propria rivoluzione. Monchi si mette subito al lavoro per cercare di dare a Di Francesco una squadra il più completa possibile per la preparazione, svolta tra Trigoria e gli States. Dodici i volti nuovi. A fronte però di partenze dolorose. La prima è quella di Alisson, passato direttamente dal Mondiale in Russia al Liverpool per oltre 70 milioni. Non meno sofferto l’addio a Radja Nainggolan, per 24 milioni più Santon e il giovane Zaniolo. Nel frattempo alla Roma erano già sbarcati Marcano, Coric, Cristante, Kluivert, Pastore, Mirante, Fuzato, Bianda e Olsen. L’ultimo ad arrivare doveva essere Malcom, poi il giallo. Il Barcellona si inserisce in extremis e mentre si preparava l’accoglienza a Ciampino, il brasiliano cambia idea. Monchi cambia radicalmente obiettivo e da un esterno passa a un mediano, portando nella capitale Nzonzi. Poi a sorpresa un altro addio, quello di Strootman. Che farà discutere soprattutto per modi e tempi: ceduto al Marsiglia a mercato in entrata chiuso.

SECONDA CRISI E L’ESPLOSIONE DI ZANIOLO - Una partenza che avrà riflessi sull’andamento stagionale della Roma. Dopo la vittoria alla prima a Torino sono arrivati i primi scricchiolii, quando la Roma subisce la rimonta di una rimaneggiatissima Atalanta (da 1-0 a 1-3, finirà 3-3). Il ko a San Siro con il Milan è la prima spia di un allarme che risuonerà per mesi, con Di Francesco che fa fatica a trovare il giusto assetto tattico alla sua squadra. “La Juve è fuori concorso, bisogna essere realisti”, l’ammissione di Totti di quei giorni.

Poi i giallorossi si fanno rimontare dal Chievo ultimo in classifica e cadono anche a Bologna. Pallotta da Boston si dice ‘disgustato’ e la panchina di Di Francesco inizia a traballare. Il cambio di modulo, la vittoria nel derby e il cammino in Champions che permetterà ai giallorossi di passare agli ottavi con un punto d’anticipo sono solo fuochi di paglia. Arriveranno altre sconfitte, con Spal e con l’Udinese. Di mezzo ci si mettono anche gli infortuni muscolari, che fanno perdere a Di Francesco pedine importanti, da Dzeko ad El Shaarawy passando per Lorenzo Pellegrini. E anche gli errori arbitrali e il VAR che non interviene: con Fiorentina (rigore fischiato a Simeone) e Inter (penalty negato a Zaniolo) i casi più clamorosi, con la società che risponde duramente attraverso le parole di Monchi e Totti. Il 2-2 di Cagliari, con la Roma rimontata nel finale in 11 contro 9, fa riesplodere la crisi. Lascia conseguenze anche il ko, sulla carta ininfluente, di Plzen. Per Di Francesco sono settimane durissime e dopo un altro passaggio a vuoto con la Juve la Roma ritrova il sorriso con Sassuolo e Parma. Il bilancio di questa prima parte di stagione è però misero: -23 dalla Juve, -14 dal Napoli. Il quarto posto resta l’unica speranza di un girone di ritorno in cui i passi falsi sono vietati. La nota positiva è l’esplosione di Nicolò Zaniolo: convocato da Mancini e lanciato da Di Francesco al Bernabeu quando aveva all’attivo 0 presenze in A, il giovane ex Inter si è ritagliato un posto di primo piano.

LO STADIO - Il 2018 non è stato invece un anno positivo sul fronte del nuovo stadio. La brusca frenata è arrivata a giugno, con l’inchiesta ‘Rinascimento’. Agli arresti Luca Parnasi, il costruttore che aveva in mano l’operazione Tor di Valle. La Roma non viene nemmeno sfiorata dall’indagine, ma le conseguenze ci sono. La sindaca Raggi chiede una due diligence sul progetto e commissiona uno studio sui volumi di traffico al Politecnico di Torino. Il cui esito è stato tutt’altro che positivo. Il 2019 si riaprirà quindi con altri interrogativi. C’è la questione di Eurnova, con Pallotta pronto a subentrare alla società di Parnasi e ad acquistare i terreni. Ma c’è soprattutto l’ultima parte burocratica da completare: l’approvazione di variante urbanistica e convenzione. L’assessore Frongia ha parlato di “novità importanti" da attendere nei prossimi mesi. Altro tempo. E i giorni passati dal via dell’iter aumentano: ad oggi sono 2525.