LAROMA24.IT ( Federico Baranello) - Raccontare Genoa-Roma è impossibile, è come raccontare del bene che si vuole ai genitori, ai fratelli, ad un figlio. Non è necessario specificare il giorno, il mese o l’anno; Genoa-Roma è quella “der go’ de Pruzzo de testa”, “quella de lo Scudetto”. Di Genoa-Roma ce ne è una sola. Questa! Questa che ci ha dato la possibilità “di allontanare un incubo e di uscire dalla prigionia del sogno”. La partita che ci ha permesso di arrivare “in porto con il vessillo”. Un viaggio durato quarantuno anni. Tanti ne sono trascorsi da quel Giugno del 1942, come testimonia Guido Masetti portiere di quella Roma e presente a Genova come anello di congiunzione tra due squadre tricolori. Una partita che non poteva avere un risultato diverso dal pareggio, necessario come il pane alle due squadre, per non retrocedere ad una e per elevarsi sul gradino più alto del podio all’altra. Dalle prime ore del mattino Genova e il Marassi vengono presi d’assalto dai tifosi giallorossi che arrivano nel capoluogo ligure con ogni mezzo e finiscono anche per mescolarsi con i tifosi di casa in nome di un gemellaggio da onorare e rispettare. Infatti prima della gara si rinnova l’amicizia tra le due tifoserie, che in questa giornata vedono entrambe la possibilità di coronare i loro sogni. Sogni così diversi e così uguali. Le speranze giallorosse, quelle di un sogno lungo quarantuno anni, raggiungono l’apice al 20’ del primo tempo quando Conti batte un calcio d’angolo, Martina respinge e Di Bartolomeis’impossessa della sfera. Controllo e pallone al centro per “Bomber” Pruzzo che si eleva dove solo lui può arrivare, e di testa colpisce la palla. All’impatto segue poi il disegno di una traiettoria unica, inimitabile. Perfetta. Palla in rete e apoteosi diventano un solo momento. La gioia giallorossa si contrappone alla paura rossoblù. Una paura che viene meno al 42’ quando Fiorini ristabilisce la parità e dona ossigeno al Grifone. Era scritto. Poteva finire solo così. Manca qualche minuto al triplice fischio finale, chi occupava gli spalti è ora dentro il campo, sulle linee di fondo, sulle linee laterali… “E’ un momento eccezionale, gentili ascoltatori…” commenta Enrico Ameri in diretta per Tutto il calcio minuto per minuto, la Radio-trasmissione più importante per tanti appassionati del gioco più bello del mondo, “che non abbiamo mai descritto nel corso di nessuna partita, di nessuna conclusione di nessun campionato di Serie A che abbiamo descritto in circa ventitré anni di attività in questa trasmissione… E’ la fine! La Roma è Campione d’Italia! Sono le 17.45…”. Liedholm viene portato in trionfo mentre i calciatori vengono denudati da coloro che vogliono un “trofeo”. Negli spogliatoi tutti cantano e bevono Champagne mentre Nela fuma. Viola ci dona una frase storica, tra le tante, tra incubi e libertà dalle prigionie dei sogni. Falcao ha un pensiero per tutti coloro che hanno contribuito a far diventare la Roma quello che è attualmente e invita tutti a ricordarsi di Turone, Scarnecchia, Santarini e tutti coloro che nei due anni precedenti hanno combattuto per questa maglia. Poi c’è colui che ha condotto tutti “in porto con il vessillo”, Capitan Di Bartolomei. È seduto e indossa l’accappatoio, sembra calmo, quasi a godersi il momento, “La Roma in tre campionati è la squadra che è stata più in testa di tutti quanti, la squadra che in tre campionati ha espresso il miglior gioco, ha colto lo Scudetto forse nel sua anno migliore… E’ anche giusto!”. Si è giusto Capitano!. La sintesi di Ago e il suo sorriso… immagine migliore per descrivere Genoa-Roma non può esserci.
La Roma è Campione d’Italia.
8 maggio 1983 - 35 anni fa a Genova la Roma conquista il Tricolore (VIDEO)
08/05/2018 alle 16:08.