LAROMA24.IT (F. BARANELLO) - Quando si parla della stagione 1982/83, si parla di un’annata dal sapore particolare: l’Italia è Campione del Mondo e da "noi" si gioca un campionato capace di attrarre i migliori talenti mondiali. Questo Roma-Napoli del 20 febbraio dell’anno di grazia 1983 non fa eccezione.
All’Olimpico la compagine giallorossa, prima in classifica, affronta un Napoli invischiato nella lotta per non retrocedere. Quasi 20.000 sostenitori biancazzurri cantano e ballano omaggiando i dirimpettai della Sud con uno striscione con su scritto “Roma Tricolore”. I tifosi della “Magica” rispondono con un “Resterete in Serie A”. Altro calcio, altri tempi. Le stesse maglie scatenano oggi brividi sottopelle: maglie Ennerre, “N” con il ciuccio e sponsor Cirio per i partenopei, maglie Patrick con lupetto di Gratton e sponsor Barilla per i giallorossi. Sono gli anni ’80. Siamo alla poesia.
Contrariamente a quanto il risultato finale dice c’è stato un primo tempo sostanzialmente
equilibrato. I giallorossi passano anche in svantaggio al 13’ per un gol di Diaz su azione innescata da un errato passaggio a centrocampo di Iorio: “Ma per la Roma è stato come se non fosse successo nulla e proprio qui, nell'estrema disinvoltura con la quale ha reagito - senza scomporsi, ma con la sua solita azione poderosa e logorante per qualunque avversario - ha ribadito la sua attuale grandezza” (Cit. Corriere dello Sport, 21 febbraio 1983).
E la grandezza di questa Roma significa cannonata di testa di “Picchia Sebino” Nela su
punizione/cross di Prohaska per il pareggio giallorosso e proverbiale corsa verso la Sud. Poi un bolide di Ancellotti fa alzare le braccia al cielo ai tifosi giallorossi. Inoltre due sassate da oltre 25 metri di Capitan Agostino Di Bartolomei s’insaccano senza nessuna pietà per l’incolpevole portiere Castellini. E, per finire, al 71’ anche il sigillo del Bomber Pruzzo, con una palla beffarda che entra in porta piano piano. Era dall’ottobre del ’72 che il sodalizio giallorosso non aveva la meglio in casa con il Napoli. Una giornata in cui le diretti inseguitrici, Verona e Inter, non riescono a fare punti permettendo alla Roma di allungare a più cinque.
Una giornata impreziosita dalle 200 presenze in serie A di Capitan Di Bartolomei, tutte con la maglia della sua città, con la maglia del Cuore. Lui che conosce i rischi di una città facile ad esaltarsi come a deprimersi. A fine partita, da vero Capitano e condottiero, ai facili entusiasmi preferisce rispondere chiedendo a tutti “Ancora tanta abnegazione e tanta umiltà”. L’obiettivo è arrivare in porto con il vessillo Tricolore.
(maglia ufficiale Agostino Di Bartolomei indossata stagione 1982/83 collezione Daniele Ceccarelli)