9 gennaio 1883 - 135 anni fa nasceva William Garbutt, primo allenatore della Roma

10/01/2018 alle 00:18.
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LAROMA24.IT (Chiara Ciotti) - Passato alle cronache come il primo allenatore professionista in Italia, William Thomas Garbutt nasce in una cittadina dell'Inghiterra nord-occidentale, Stockport, distretto industriale di Manchester, il 9 gennaio del 1883. Inizia la sua carriera da calciatore nel ruolo di ala destra con la maglia del Raeding, per passare poi al Woolwich e al Blackburn Rovers, ma a soli 29 anni un infortunio stronca la sua carriera da giocatore (ufficialmente si ritira dal calcio giocato nel 1912). "Uno dei più brillanti attaccanti e che capisce di calcio moderno": questa la descrizione che ne davano i giornali inglesi dell'epoca, ma la sua lungimiranza e il grande carisma troveranno fortuna in Italia.

E' il luglio 1912 quando giunge a Genova per allenare il Grifone, ma in quell'epoca il ruolo di allenatore non esisteva ancora, così come il professionismo, e le squadre erano solitamente affidate alla guida del capitano o del segretario. Garbutt, quindi, è assunto come consulente della ditta dei trasporti marittimi, pagato in "modi ridicoli, gonfiando bollette e ricevute". E' nel capoluogo ligure che "l'allenatore che fuma la pipa", come sarà ricordato da tifosi e dai cronisti, rivoluziona il calcio italiano. Nuove tecniche di allenamento e preparazione fisica e atletica sono la ricetta che porteranno al tre scudetti (quello controverso del 1915 con campionato interrotto per l'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale, e quelli del 1923 e del 1924). Garbutt lavora sui fondamentali, fissa sul terreno dei paletti per perfezionare il dribbling dei suoi giocatori, lega i palloni a delle funi e fa saltare i calciatori per colpire meglio di testa e introduce la doccia calda a fine allenamento. Lungimirante e precursore del calcio moderno, Garbutt passa alla storia del calcio italiano come il primo "mister".

Ma non solo, predilige la collettività al talento del singolo, e da grande motivatore punta a creare una squadra: "Se tra di voi c'è qualche fuoriclasse lo sopporterò, altrimenti per fare una grande squadra mi accontenterò dei grandi giocatori, cioè di quei giocatori che hanno il coraggio grande e il cuore grande. Chi non ha queste virtù non è un grande giocatore e neanche un mediocre giocatore. E' nulla, quindi può vestirsi e andarsene subito". Saggezza, appunto, e carisma.

Per i tifosi romanisti (e per i partenopei), però, William Garbutt è considerato il primo allenatore. Dopo l'esperienza in campo di battaglia durante la prima guerra mondiale al servizio della patria, torna a Genova fino alla stagione 1926-'27, anno in cui è chiamato alla guida della neonata Associazione Sportiva Roma, fondata e presieduta da Italo Foschi. L'allenatore inglese dirige la squadra capitolina per due stagioni, fino al 1929, anno in cui si trasferisce al .

Il torneo del 1927-'28 è ancora caratterizzato dalla divisione in due gironi voluta dalla Federazione: la Roma di Garbutt fa il suo esordio nel girone B contro il Livorno con una vittoria per 2-0 il 25 settembre 1927. Rapetti, Mattei, Corbjons, Ferraris IV, Degni, Rovida, Ziroli, Fasanelli, Bussich, Cappa, Chini: questa la prima formazione giallorossa. La Roma chiude la stagione ottava in classifica con 18 punti. In quello stesso anno a Garbutt va il merito di aver regalato alla Roma il primo trofeo: la Coppa CONI, un torneo calcistico per le escluse dal girone finale della Divisione nazionale, che la squadra della Capitale si aggiudica in finale contro il Modena (Roma-Modena 0-0 all'andata, 2-2 al ritorno e 2-1, dopo i tempi supplementari, per i giallorossi allo spareggio al Velodromo Libertas in campo neutro di Firenze con gol di Corbjons su rigore e di Bussich dopo il pareggio di Mazzoni del Modena). Nella stagione seguente, seconda e ultima dell'allenatore inglese sulla panchina romanista, la Roma si attesta terza nella classifica del girone A e vanta nella rosa due fuoriclasse: il centravanti Volk, e Fulvio Bernardini, idoli dei tifosi.

Dopo , in cui trascorre sei anni raggiungendo per due volte il terzo posto in campionato a girone unico, si trasferisce in Spagna all'Athletic Bilbao, dove vince alla sua prima stagione, torna al nel 1938, ma la guerra complica il suo destino, costringendolo alla fuga con la sua famiglia. Nel 1940 fa ritorno in Italia, prima al Milan e poi di nuovo a Genova, ma, dopo settimane di trattative tra le autorità fasciste e la dirigenza rossoblù, è costretto all'esilio e successivamente al trasferimento nel campo di concentramento in Abruzzo. Un'odissea, quella del primo mister italiano, che si conclude con la tragica morte della moglie sotto i bombardamenti alleati, e il ritorno nuovamente a Genova, in cui guida il Grifone fino al 1948. Il primo mister italiano si spegne il 24 febbraio 1964 a Warwick in Inghilterra, lasciando al movimento italiano un insegnamento calcistico unico. 

@ChiaraCiotti