LAROMA24.IT (F. Baranello) - È il 29 settembre 2001 e la Roma torna al “Delle Alpi” dopo quasi cinque mesi dal famoso 2-2 firmato Nakata & Montella: un pareggio dal forte, fortissimo, sapore tricolore.
I giallorossi non stanno attraversando un grande periodo di forma e si presentano in casa della “Vecchia Signora” con soli 5 punti in classifica dopo cinque giornate: pareggio al Bentegodi con il Verona, pareggio in casa con l’Udinese, pesante sconfitta a Piacenza e vittoria in casa contro la Fiorentina. La Juventus è prima a 10 punti insieme alle due milanesi. In palio non ci sono solo i tre punti: è necessario difendere il titolo perché “I Campioni dell’Italia siamo noi” e lo abbiamo urlato per tutta l’estate.
Sono le 20,30 e la squadra capitolina, orgogliosa e fiera dello scudetto cucito sul petto, si appresta alla contesa nell’anticipo trasmesso in diretta TV dalla ormai vecchia Tele+.
Durante la prima mezz’ora è la compagine giallorossa a creare i maggiori pericoli verso la porta difesa da Buffon che deve superarsi per arginare le conclusioni di Batistuta prima e di Totti poi.
La Roma è meglio disposta in campo e si muove come in una partita di scacchi, ha sempre la mossa corretta da opporre all’avversario. Le risulta quindi abbastanza agevole arginare le iniziative dei bianconeri.
Al 37’ Iuliano commette fallo su Batistuta: calcio di punizione. Lo stesso Batistuta s’incarica della battuta. Sistema con cura il pallone. Dal settore Ospiti si alza forte il grido “Bati-gol, Bati-gol, Bati Bati-gol…”. Un grido che diventa profezia. L’argentino “scarica un destro potente al centro della porta. Buffon non fa in tempo a recuperare la posizione che il pallone a 100 km/h arriva in porta” (Cit. l’Unità, 30 settembre 2001). C’è grande festa nel settore Ospiti e nelle case di tutti i giallorossi. Dopo poco l’arbitro manda tutti negli spogliatoi.
Nella ripresa arriva anche qualche fischio all’indirizzo dell’undici bianconero da parte dei propri sostenitori. Alcuni giocatori bianconeri risultano imbrigliati nello scacchiere disegnato da Capello. Nedved, Del Piero e Salas (“Che ce frega der cileno, noi c’avemo Totti gol”) non riescono a trovare nessun tipo di spazio in cui potersi esprimere.
La Roma tiene palla e crea ancora un’occasione che Batistuta non riesce a concretizzare. Al 30' lo stesso Batistuta viene espulso per fallo su Paramatti. L’argentino è infuriato con l’arbitro Cesari e sia Giorgio Rossi che Tempestilli devono ricorrere alle maniere forti per farlo rientrare negli spogliatoi. In questo momento ogni giallorosso rivede vecchi fantasmi: una partita che doveva essere già chiusa è ancora in bilico e per giunta con un uomo in meno. La Roma, come si dice in questi casi, serra i ranghi. Addirittura è in grado di “mettere” Totti davanti a Buffon il quale riesce a sventare il pallonetto del ragazzo di Porta Metronia.
Al 48’ Cafu, entrato al 26’ al posto di Lima, spedisce con una magia Paramatti contro i cartelloni pubblicitari e crossa per l’accorrente Montella. Il tiro di “Top Gun” viene respinto ma Assuncao riprende il pallone e lo spedisce sotto la traversa per il definitivo 2-0. E’ il caos nel settore Ospiti. La gioia è a mille. La Roma è tornata, forte e prepotente.