
IL ROMANISTA - "Non abbiamo mai avuto tanti romanisti al seguito. In passato le trasferte erano diverse, non ci si muoveva tanto. Sono sicuro che se avessimo avuto più tifosi al nostro fianco, in quei campi in cui ci odiavano, avremmo vinto più partite e trofei". Lui, Giacomo Losi, era un ultras in campo, che per la Roma ha sempre dato tutto. È stato un capitano esemplare di mille battaglie. Core de Roma, però, non mai avuto la fortuna di trovare migliaia di romanisti lontano dalla Capitale. Non potrà mai raccontare, per esempio, dei 30.000 a Bari nell'anno dello scudetto del 2001. Quello fu un giorno storico, che, visto l'andazzo degli ultimi tempi, difficilmente si potrà ripetere.
All'Olimpico, però, era diverso: «Già, in casa non c'erano mai meno di 50.000 spettatori - continua Losi -. Ma non c'era tifo organizzato. Ai derby, tanto per dirne una, si andava mischiati nei vari settori. Non c'era la divisione tra curve. La Sud nacque intorno agli Anni Settanta. Era un altro calcio e l'Olimpico non aveva la copertura
». Sono passati tanti anni. Ora all'Olimpico c'è la copertura. Ci sono i tornelli, i biglietti nominali e spesso e volentieri il settore ospiti viene chiuso per motivi di sicurezza. «Queste decisioni sono state obbligatorie - osserva -. Si sono verificati troppi incidenti negli ultimi tempi. A mio avviso, si poteva intervenire meno drasticamente. Così si penalizzano i tifosi veri, che vogliono solo sostenere la propria squadra».