Primavera, De Rossi: "Il nostro obiettivo è la crescita dei ragazzi"

22/12/2010 alle 12:48.

CSS - Queste sono le parole di Alberto De Rossi, tecnico della Primavera giallorossa: Nonostante la squadra della Primavera della Roma sia fortissima, molto spesso viene attaccata da qualche media.



Nonostante la squadra della Primavera della Roma sia fortissima, molto spesso viene attaccata da qualche media.


"Il nostro è un lavoro di staff, i giocatori sono tutti cresciuti e questo è quello che ci interessa, siamo meno preparati alle critiche ma quello ci interessa poco, anche perché sul campo non ci può dire nulla nessuno. Il nostro lavoro mi sembra sia una garanzia in  questi anni. La cosa fondamentale per andare avanti è il valore dei ragazzi, umili, straordinari, che quest'anno sono passati attraverso molte difficoltà e peripezie e le hanno superate. L'immediatezza del risultato ci interessa fino ad un certo punto, non è determinante, altrimenti si interrompe la crescita a livello tecnico, comportamentale del ragazzo, se ci si focalizza solo sul risultato. Invece noi puntiamo ad una crescita, preparare i ragazzi a giocare professionisti. Quando si perde i ragazzi rimangono male, molto,  perché poi noi lavoriamo molto anche sui calci di rigore, però l'effetto emotivo non lo possiamo controllare. L'ultima partita, che era importante per tutti e in particolare per me perché era in memoria di una persona straordinaria che era Franco Sensi, sono rimasti malissimo, l'avevamo preparata bene, anche se era un'amichevole il clima era comunque sportivo. Alla base di tutto è sbagliato spostare l'attenzione dei ragazzi, parlo in generale, non conosco i genitori, non conosco i procuratori, il mondo che gira intorno ai ragazzi. Ma si vede se il giocatore è in tensione oppure se è pronto per imparare. A quel punto dobbiamo intervenire noi."



I campionati della primavera, stanno prendendo i vizi della serie A?


"Assolutamente si, anche a livello tattico, anche a livello del vestire, non tutte certo bisogna sottolinearlo."



Meglio vincere lo scudetto, o far esordire i ragazzi in serie A?


"Anche mezzo ragazzo in serie A sarei contento. Bisognerebbe porla anche al dirigente questa domanda, che risponderà facilmente come me. L'obiettivo della società è portare il giocatore in serie A per diversi aspetti,  fattore economico, il fatto che sia cresciuto nel vivaio. Alla fine la vittoria dello scudetto vale due giorni, rimane negli annuari, ma nei miei restano i ragazzi che hanno esordito."




C'è un dialogo con il tecnico della prima squadra?


"Abbiamo avuto dei momenti in cui il mister non ha potuto seguire la primavera, e non ci siamo parlati, poi altri momenti dove ci siamo parlati. C'è sempre un momento per incontrarci e sapere cosa vuole il mister della prima squadra, lui è molto sensibile alla questione, uno che punta molto al sodo, vuole un giocatore di ruolo, preparato mentalmente. Noi ce la metteremo tutta per arrivare in fondo, per vincere nelle competizioni in cui siamo coinvolti."