SKY SPORT - Elisa Bartoli, capitano della Roma e giocatrice della Nazionale, ha rilasciato un'intervista nel corso programma "Sorelle d'Italia un sogno mondiale". Questa un'anticipazione delle sue parole:
"Ho iniziato a 5-6 anni nel cortile di mia nonna insieme a mio cugino. Ho capito subito che il pallone era la mia vita, a 9 anni ho cominciato a giocare coi maschi. Quando ero bambina cercavo un idolo maschile, perché il femminile non era sviluppato. Mi piacevano Cafu e Roberto Carlos, i terzini di fantasia. Pensavo sempre a loro. Diventare calciatrice è strano, quando ho iniziato io non pensavi di poterlo fare come lavoro o comunque avere tutto questo successo. In questi ultimi tre anni il movimento è cresciuto molto, ma ancora faccio fatica a sentirmi una calciatrice, mi sento ancora quella ragazza che ama giocare a calcio anche sotto il cortile della nonna. I sacrifici e le soddisfazioni mi hanno aiutata ad andare avanti, così come le vittorie e le sconfitte. Non mi interessa cosa dice la gente, ma dispiace che ci sia una mentalità ancora così piccola diciamo, ma non mi è mai importato nulla, sono sempre andata avanti per la mia strada facendo ciò che amo. La nazionale ha grinta, unione e senso di sacrificio: giocheremo l'una per l'altra".