Italia U21, Pisilli: "Contento di avere Gasperini, è bravo a tirare fuori il meglio dai giocatori"

02/09/2025 alle 17:26.
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Dal ritiro dell'Italia Under 21 di Silvio Baldini parla Niccolò Pisilli: il centrocampista giallorosso è intervenuto in conferenza stampa.

È l'inizio di una nuova fase per l'U21, cos'è per te questo inizio con un tecnico nuovo?
"Ci sono stati tanti cambiamenti e sicuramente è cambiato quasi tutto il gruppo, siamo in 4 dallo scorso Europeo. Si respira un'energia molto positiva, stiamo bene tra di noi e questo è molto importante. Le Nazionali Under permettono di conoscerci, questo è positivo perché quando si viene qui in 21 si intrecciano più gruppi ma ci si conosce più o meno tutti. Il mister è nuovo, dobbiamo essere bravi a recepire subito le informazioni che ci dà e svolgerle al meglio come ci chiede. Siamo tutti orgogliosi di stare qui e carichi per giocare le partite".

Quali sono le maggiori differenze ogni volta che si fa uno step superiore in Nazionale?
"Ogni Nazionale è differente, più cresci più si alza il livello e più è difficile riconfermarsi in Nazionale. Io sono entrato in Under 18 e da lì ad oggi sono cambiate tante persone. È un onore venire ogni volta qui e poter rappresentare l'Italia, è il sogno di ogni bambino. Che sia U21 o U20 o Nazionale maggiore è sempre motivo di grande orgoglio".

Ieri con il ct si parlava dei talenti italiani, tu hai avuto la bravura e l'abilità di esserti riuscito a imporre in una squadra importante come la Roma. È davvero così difficile e quanto è importante stare in un club importante con obiettivi importanti?
"È molto importante, non è solo un discorso per i giocatori italiani giovani ma lo è in generale. Giocare per alcuni club è più difficile che giocare per altri, è sotto gli occhi di tutti. Da quando ero piccolo avevo il sogno di giocare nella Roma, sono cresciuto nella Roma ed esserci riuscito è motivo di grande orgoglio ma è anche una responsabilità perché ogni giorno devo migliorarmi per far sì che la partita dopo possa giocare di nuovo per la Roma".

Che gara ti aspetti contro il Montenegro?
"Sarà tosta, quando si affrontano avversari in campo europeo sono partite fisiche e intense. Dobbiamo essere bravi a interpretare la partita e scendere in campo con umiltà e voglia giusta".

Quanto ti fa pensare bene per il tuo percorso, anche in Nazionale, avere nel club un tecnico come Gasperini che ha valorizzato tanti ragazzi?
"Sono molto contento di avere un mister così bravo che è riuscito a tirare fuori il meglio da tanti giocatori, questo per me è motivo di orgoglio perché mi posso impegnare ogni volta negli allenamenti e so che dall'altra parte ho un mister che è disposto a migliorarmi".

Con il passare delle stagioni hai capito qual è il ruolo più nelle tue corde?
"Ho sempre giocato come mezzala nel settore giovanile, solo da piccolino giocavo play. Il ruolo con il quale sono cresciuto è quello, poi ogni mister ha un'interpretazione tattica diversa e devo essere bravo a cercare di fare quello che mi chiede il mister. Al di là del ruolo, ci sono i concetti che ogni allenatore cerca di esprimere e ogni giocatore deve essere bravo a recepirli e a cercare di trasformarli in campo".

Hai fatto una stagione con 40 presenze, cosa ti ha lasciato di più questo percorso?
"L'altro anno è stato il mio primo tra i grandi e aver giocato così tanto è stato anche inaspettato per come doveva partire la scorsa stagione. Sicuramente più giochi, più prendi confidenza e più impari tanti cose. Una volta che ho visto di poter stare a quel livello ho cercato di imparare il più possibile da tutti. Alla Roma ti alleni con gente veramente forte, da tutti puoi rubare qualcosa. Più giochi e più accumuli esperienza, più giochi e più cresci". 

Cosa ti ha lasciato l'esperienza dell'Europeo? Come vanno gli studi?
"Spero di accelerare un po' quest'anno con gli studi, l'altro anno sono rimasto un po' indietro. So che c'è tempo, a volte sono troppo pigro e ne sono consapevole, spero di migliorare il prima possibile. L'esperienza all'Europeo è stata bellissima, era un gruppo veramente molto bello. Anche in campo abbiamo fatto grandi partite: siamo usciti in una partita sfortunata e decisa da episodi, ci ha lasciato una cicatrice che ci stimolerà per il prossimo Europeo".

Il centrocampista che ti ha insegnato di più?
"Sicuramente quelli con i quali mi alleno posso vederli più spesso e magari è più facile imparare qualcosa. Ma anche quando ti confronti con tanti centrocampi forti, lo scorso anno in Serie A c'erano Reijnders e McTominay e quest'anno anche De Bruyne e Modric. Giocare nello stesso campo di campioni del genere ti fa crescere per forza perché li vedi a un livello molto più alto, punti ad arrivare a quel livello e vedi come ci arriva effettivamente".