Italia, Spalletti: "Ho le responsabilità maggiori ma resto qui". Gravina: "Nessuno può pretendere le mie dimissioni o quelle del ct"

30/06/2024 alle 12:34.
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All'indomani della sciagurata eliminazione contro la Svizzera, il presidente federale Gabriele Gravina e il ct Luciano Spalletti hanno parlato in conferenza stampa. Ad aprire l'incontro con i media proprio il numero uno della FIGC: "E’ giusto ringraziare tutti coloro che hanno dato un significativo contributo per questo importante appuntamento. Mi riferisco a tutti i nostri collaboratori della Federazione, impegnati nella buona riuscita della parte tecnica. Siamo dispiaciuti per non aver ridare agli italiani quella gioia che meritano. Siamo dispiaciuti per il risultato, sappiamo che nello sport è soggetto a tantissime variabili che prevedono anche l’ipotesi di una sconfitta. Purtroppo rimane delusione per non aver potuto dimostrare a chi ci ha seguito tutto quello che è stato fatto in fase di preparazione da parte di questi ragazzi. Rimane la delusione per l’incapacità di esprimere quello che avremmo dovuto fare e non poter toccare con mano una capacità del carattere della nostra italianità nel reagire ad alcuni limiti oggettivi che abbiamo sempre evidenziato. Una delusione sulla quale dobbiamo riflettere. Lo abbiamo fatto ieri con il mister Spalletti, con Buffon, con i ragazzi che l’hanno condivisa. Non è un gruppo che si distacca dall’assunzione della responsabilità, in quella stanza le abbiamo divise equamente, non abbiamo nulla da nascondere, siamo tutti responsabili. Ma dobbiamo esserlo appellandoci a un grande senso di responsabilità. Ieri sera lunga chiacchierata col mister, io sono molto pragmatico e penso sia impensabile risolvere i momenti di difficoltà abbandonando un progetto pluriennale, non si può pensare di abbandonare la strada dopo otto-nove mesi, c’è da cambiare qualcosa certamente sì, c’è da rivedere qualcosa in termini di approccio, ci saranno delle riflessioni profonde iniziate già ieri sera, ci siamo confrontati con Spalletti, dobbiamo crescere tutti, c’è solo un modo. Spalletti ha la nostra fiducia, deve lavorare. Ma non pensiamo che in 60 giorni improvvisamente in Italia fioriranno i vari Mbappé, Cristiano Ronaldo e Messi”.

Prende la parola il ct Luciano Spalletti: "Voglio ringraziare i tifosi per la loro vicinanza dimostrata, i calciatori per la disponibilità e la professionalità nel tentare di mettere in pratica le mie richieste e lo staff della federazione. Attraverso il mio risultato non è stato possibile far vedere il loro livello di qualità, loro dipendono dai miei risultati e rimangono poi intrappolati in quella che è l’idea generale che ci si fa. Sono quello che ha le responsabilità più importanti”.

Il presidente Gravina prende di nuovo la parola: “Non esiste nell’ambito di una governance federale l’idea che qualcuno possa pretendere le dimissioni dall’esterno. Questo vale sia per la politica che per tutti coloro che dall’esterno chiedono le dimissioni di Gravina o Spalletti. Per me la scadenza è a marzo 2025, le elezioni avverranno nella prima data utile, le avrei fatte anche prima ma non si possono fare prima delle Olimpiadi. Quella è l’unica sede deputata legittimamente a scegliere la governance. Critiche sì, ma costruttive. Abbiamo il 67% di stranieri nei nostri campionati. Nonostante questo dato riduttivo ma più o meno in linea con gli altri, noi stiamo resistendo strenuamente alla richiesta di liberalizzare la possibilità di tesserare extracomunitari e questo implica attacchi politici. Ci sono resistenze all’interno della Figc, con le attuali norme se non con la persuasione non riesco. E vorrei precisare ancora: leggo di un contrasto tra me e politica, vi garantisco che non c’è nessun contrasto, c’è un confronto dialettico che ha gli stessi vincoli che sta vivendo la Premier con lo governo inglese e tutti gli altri campionati con i propri governi".

Ancora il ct Spalletti: “Non sono stato il miglior Spalletti possibile. Leggo che mi è stato attribuito di aver alzato troppo i toni, di aver fatto uso di miti da seguire, ma questo è impostato a tutta la mia vita, ci vogliono sempre degli esempi da seguire. Ci sono molte cose ancora da dover far vedere, il mio impegno sarà ugualmente totale e con conoscenze in più”.

DI nuovo Gravina: "Prematuro parlare della mia ricandidatura a presidente della Figc, non mi ci sono soffermato ed è molto impegnativo, mi impedisce da mesi di tornare a casa. Il mio è un ruolo di servizio, non sono un amministratore unico, giusto che ci sia un confronto con le componenti che mi dovranno eleggere, con loro valuterò se continuare il mio percorso o interromperlo. Nelle qualificazioni al di là del risultato c’era stata la prestazione, non in queste ultime partite, ma parlo di quelle. Il 2026 è un obiettivo reale, siamo tutti consapevoli che sarebbe un disastro inimmaginabile non qualificarsi per la terza volta di fila ai Mondiali. Vorrebbe dire che ancora una volta non siamo riusciti a trovare un progetto in grado di dare risultati nell’immediato. La nostra progettualità con Spalletti puntava al 2026, sapendo che noi possiamo fondare tutte le nostre aspettative, ma poi dobbiamo fare sempre i conti con la realtà, questo è il mondo del calcio. Nessuno è in grado di garantire un risultato. Io rispondo dal 2018: la scelta della Figc su giovani e vivai è stata finanziare il più possibile l’attività di base, portando a casa risultati storici con le giovanili. Però deve portare a valorizzare il nostro talento, dobbiamo adattare la base dei convocabili”.

Spalletti: "Siamo tornati a zero. Tenterò di ringiovanire la rosa per ricreare il prima possibile un gruppo. La gestione di alcune cose, come leader e mancanza di personalità, non mi hanno dato le risposte che cercavo. Dobbiamo creare dal basso un altro futuro più giovane”.

Gravina: “Abbiamo individuato alcuni errori, porremo in essere atti che in futuro eviteranno cose di questo genere. Lo avevo già detto 7-8 mesi fa, lo farò in tempi rapidi: abbiamo iniziato a individuare 5-6 tecnici di grande esperienza che lavorano nei club di A per istituire un organismo tecnico-consuntivo del presidente del Club Italia per un maggiore dialogo e confronto con le società di A per valorizzare i giovani e individuare le potenzialità per aumentare il serbatoio della Nazionale. Non possiamo commettere ancora gli errori commessi nel lungo periodo, ogni volta ci caschiamo all’improvviso. Così non va bene. Iragazzi erano mortificati e delusi per non essere riusciti a ottimizzare in termini concreti i grandi sacrifici portati avanti. Si sono impegnati, sono stati lontani dalle loro famiglie per tanto tempo. Non sono deluso dai ragazzi, ma dalla loro prestazione. Sfido chiunque a trovare soluzioni alternative, il mister si impegnerà in questi 60 giorni ed è il suo compito sul quale non voglio interferire, ma la vedo dura pensare che vengano fuori alternative di grande salto di qualità”.

Di nuovo la parola a Spalletti: ”Ieri la mia notte più complicata? No, la mia vita è stata tutta complicata, a volte è complicato anche gestire delle vittorie. Pacche sulle spalle ne ho ricevute tantissimi, mi sono fatto migliaia di amici, quella più evidente è la telefonata di mia figlia Matilde, quella del ‘ti voglio bene’. Quella supera tutto”.

E poi Gravina: “Le seconde squadre? Riteniamo siano fondamentali, ma ogni componente le vuole solo in una serie. Per fortuna siamo arrivati a tre seconde squadre importanti, poi ti portano in tribunale perché ci sono dei limiti. Come può una società che crede nell’investimento sui giovani poi svincolarli? Il problema è capire se spendi e puoi avere dei ritorni. Se tu dici all’Atalanta che dal 30 giugno 2024 i suoi ragazzi sono tutti liberi perché devi lavorare sui giovani? Anche quello della multietnicità è un tema, mentre tutti cerchiamo di trovare i presupposti per il rilancio del calcio italiano come sistema, poi leggo che di notte viene presentato un emendamento da Mulè che rivendica l’autonomia della Lega Serie A… Ragioniamo da sistema sempre”.

Termina con Spalletti la conferenza stampa: “Prestazioni all’Europeo? Ci siamo arrivati con una qualificazione meritata anche se difficile, sapevamo di avere un girone con difficoltà massimali. Eravamo tra le nazionali più giovani, la penultima come presenze dei calciatori convocati nelle partite a eliminazione. Ogni giorno mi sono confrontato con la squadra, ho sempre detto che bisogna vedere con i loro occhi e ascoltare con le loro orecchie, ho parlato testa a testa con molti. Se lei sa qualcosa e fa qualche allusione, dica pure. Ho ritenuto giusto non lasciar passare nulla in ritiro, ho fatto il mio lavoro al 100%. Quando lotti per non retrocedere in C2 è la stessa pesantezza, qui cambia il volume, c’è la maglia dell’Italia in palio, ma chi fa il mio lavoro è nelle stesse condizioni”.

(continua)