È stato giocatore, sa cosa vuole dire un infortunio alla vigilia di un Europeo: Antonio Conte lo ripete spesso in questi giorni ai collaboratori, spiegando la sua ansia mentre lavora a ritmo serrato per preparare la spedizione in Francia e definire la lista dei 23 azzurri.
Le scelte, gioco forza, non potranno infatti essere immediate né scontate. A complicare la situazione della sua Italia ci si sono messi gli infortuni - quello di Marchisio in testa -, i tanti azzurri reduci da problemi fisici e con poca brillantezza nelle gambe (Verratti o Thiago Motta) o i titolari che hanno perso il posto nei loro club (Eder o Pellè). Il momento delle scelte e della preparazione è arrivato. A due settimane dal via dell'avventura le riunioni con lo staff si moltiplicano. Non ci sarà spazio per Balotelli, perché la filosofia di Conte e il modo di vivere il calcio del milanista sono antitetici, né bastano poche partite per meritarsi l'azzurro; Pirlo e De Rossi hanno timide chance di un ultimo appello viste le difficoltà a centrocampo; Rossi è out; ci sarà spazio per new entry nel test al via il 18 maggio, da Pavoletti a Zappacosta, passando per Baselli, Benassi, Rugani, Belotti.
Ma prima dei nomi, Conte sceglierà il criterio: la forma fisica, la capacità di arrivare carichi all'Europeo. Le date sono individuate: il 16 maggio una prima lista di 25-26 giocatori per il preritiro a Firenze, esclusi i giocatori impegnati nelle finali di coppe (Milan, Juve, Psg, più Darmian e Okaka: in tutto 13); il 23 gli azzurri da Europeo più 3 o 4 giovani di prospettiva da portare in Francia comunque, come riserve e per fargli fare esperienza; entro il 31 l'ufficialità all'Uefa, con la possibilità di cambio per infortunio fino all' l'11 giugno.
Il ct, che ad autunno pensava al possibile rinnovo azzurro e ora, dopo aver scelto un ritorno al campo quotidiano, continua a non darsi pace del poco spazio concesso alla nazionale e della data scelta per la finale di Coppa Italia, userà l'unico stage concessogli per capire: i 3 giorni di pr-eritiro faranno da selezione psico-fisica, al pari del rendimento nelle finali di Coppa per gli altri.
I punti fermi sono pochi. La difesa della Juve, dove pure Chiellini porta le cicatrici di tanti infortuni; l'assenza di Marchisio che fa virare verso un ritorno al consolidato 3-5-2, con il 4-4-2 e il 3-4-3 come alternative; la necessità di privilegiare giocatori polivalenti. Ma su tutto Conte farà valere un principio guida: va all'Europeo chi è al meglio della condizione. Non c'è spazio per eccessivi rischi nelle convocazioni: in preritiro il ct testerà - con i medici e con i propri occhi - le condizioni di forma del gruppo storico, di qualcuno uscito dal giro e di pochi nuovi, per vedere chi supera le selezioni. Senza Perin, a Buffon e Sirigu andrà aggiunto un terzo portiere (da scegliere a partire dal 18). Barzagli, Bonucci (atteso in preritiro, perché squalificato per la finale di Coppa) e Chiellini sono l'ossatura della difesa, con Astori, Acerbi e Ogbonna in lotta per uno o due posti. Preoccupa di più la situazione terzini, con Antonelli stirato: Darmian non è più titolare, De Sciglio è sparito dai radar, ed erano loro due i jolly buoni per Conte. Se non convinceranno, saliranno le quotazioni di De Silvestri e Zappacosta. A centrocampo molto ruota attorno a Verratti: il ct con Castellacci è stato a Parigi per vederlo prima della ricaduta nella pubalgia, ora che è tornato in campo grazie a infiltrazioni, l'Italia non sa in che condizioni arriverà in ritiro. Un pò come Thiago Motta, alla cui esperienza non si vuole rinunciare. Oltre a Soriano, Parolo e Florenzi (altri due usciti da problemi fisici), c'è spazio per le selezioni in mezzo al campo. Bonaventura fa i conti con un infortunio, Montolivo o Jorginho i nomi dell'ultima ora ma un osservatore azzurro è stato 9 giorni in Usa per seguire Pirlo, oltre a Giovinco.
Le relazioni non sono entusiasmanti, ma non è escluso un esame supplementare, così come per De Rossi. Fermo restando che Conte non intende guardare né al nome né alle presenze, chiudere le porte ora sarebbe masochistico: in ogni caso chi è stato fuori dovrà fare una grande rimonta. Discorso diverso per l'attacco. Sotto esame ci sono Insigne ed El Shaarawy, col romanista favorito dalla versatilità. Candreva e Giaccherini diventano preziosi, nel ritorno al 3-5-2. Eder-Pellè restano punto fermo. Poi alla grande selezione parteciperanno Zaza, Pavoletti, Immobile, Okaka, Insigne.
(ansa)