
Federico Coletta, classe 2007 della Roma Primavera, ha parlato dal ritiro di Pinzolo. Il giovane centrocampista, reduce da una stagione straordinaria, ha toccato vari temi: dalla dura preparazione fisica in vista del campionato all'emozione per la maglia numero 10 che indosserà, fino agli obiettivi per la nuova stagione e il sogno di esordire in prima squadra. Di seguito, le sue parole.
Solo ieri hai corso 20 km. Ti era mai capitato prima?
"No, in allenamento non mi era mai capitato. Ieri abbiamo fatto una doppia seduta e cerchiamo di dare il 100% ogni giorno, così ho toccato i 20 km. D'altronde con i dati numerici non si scappa: se corri troppo sei stanco, se corri poco ti dicono di correre. Abbiamo anche il GPS con cui il prof e lo staff tecnico controllano tutto, quindi abbiamo tutti i dati sott'occhio".
Prima Trigoria, adesso Pinzolo. Un ritiro lungo con strutture a vostra completa disposizione. Quanto un'esperienza del genere vi aiuta a pensare al professionismo?
"Certamente ci avvicina molto al professionismo. Fortunatamente abbiamo a disposizione campi molto belli e un hotel di alto livello. Ci viene messo a disposizione tutto e noi cerchiamo di dare il massimo".
Qualche anno fa qui c'è stata anche la prima squadra. Avete cercato per curiosità qualche foto dell'epoca?
"No, ancora nessuno è andato a cercare le foto della Roma che faceva il ritiro qui. Sappiamo però che la Roma è stata qui anche negli anni passati e siamo molto contenti di poter lavorare sui campi dove c'è stata la prima squadra".
Non manca tanto all'esordio in campionato. A che punto siete con la preparazione fisica?
"Siamo a buon punto. Abbiamo iniziato prima a Trigoria, dove abbiamo lavorato molto sul fiato appena rientrati dalle vacanze. Adesso stiamo spingendo un po' di più e questo ci aiuterà ad arrivare il più pronti possibile alla prima giornata di campionato".
La stagione passata è stata sorprendente per te, con numeri importanti e gol in doppia cifra. Da 2007, ti aspettavi un impatto del genere sul campionato Primavera?
"Non so se me l'aspettavo. Io ho sempre dato il massimo, aiutato certamente dai compagni più grandi, visto che era il mio primo anno in Primavera. Aiutato da loro e dallo staff, fortunatamente è venuta fuori una bella stagione, anche se purtroppo ci siamo fermati in semifinale".
L'anno che sta per iniziare che anno sarà per te e per la squadra?
"Spero sia un anno in cui ci riprendiamo quello che abbiamo lasciato la scorsa stagione, cercando di arrivare fino in fondo e di vincere questo Scudetto che non siamo riusciti a portare a casa".
E dal punto di vista personale?
"Spero di giocare il più possibile, di replicare o fare meglio della scorsa stagione e di divertirmi il più possibile con i miei compagni".
La sensazione è che più stai vicino alla porta e più ti diverti. È così?
"Sì, diciamo di sì. In questi anni ho segnato tanto pur essendo centrocampista. Però, per qualsiasi necessità, se c'è bisogno di spostarsi un po' più indietro per aiutare la squadra, lo faccio senza problemi".
Il prossimo anno giocherai con il numero 10. Che effetto ti fa e se è una cosa che sognavi?
"Sicuramente è un sogno che hai fin da bambino, per un ragazzo che cresce a Roma e che è romanista, quindi è un sogno. Ovviamente sono ancora il ragazzo della Primavera che sta inseguendo il suo percorso, non c'entra niente con i campioni che l'hanno indossata. Faccio il mio percorso e spero di onorarla nel miglior modo possibile".
Quanto può aiutarti aver già giocato un anno in Primavera?
"Tanto, tanto. Cerco di aiutare anche i ragazzi che non l'hanno ancora fatto, insieme ai compagni più grandi del 2006. Cerchiamo di restare il più uniti possibile e di aiutarci a vicenda".
Tra qualche giorno lascerai il ritiro per la convocazione in Nazionale. Pesa di più lasciare la Roma o sei più contento di rivivere quelle emozioni in azzurro?
"La chiamata della Nazionale è una cosa stupenda. Ogni volta che vieni selezionato, che sia per un raduno, un'amichevole o una competizione europea, è un'emozione stupenda. Rispondiamo sempre felicemente alle chiamate e anche lì ci vado con i miei compagni che oggi sono qui in ritiro, cercando di passare quattro giorni stupendi tutti insieme".
Crescendo nel settore giovanile della Roma, pensi al tuo futuro e senti le voci sul tuo talento? Come cerchi di isolarti?
"Sicuramente. Ho 18 anni, è il momento in cui manca l'ultimo scalino per poter coronare il sogno di giocare in Serie A. Cerco di isolarmi il più possibile rimanendo con i piedi per terra. Stando in campo con i compagni la vivo in serenità, senza troppe pressioni, e così cerco di completare il mio percorso".
Un percorso che speri ti porti dove? Con la maglia della Roma?
"Spero che mi possa portare all'esordio all'Olimpico, che è il mio sogno. La speranza è quella di calcare i campi della Serie A. Sì, speriamo con la maglia della Roma".