PAREDES: "Finirò la carriera al Boca, a Dybala dico sempre di venire con me in Argentina. La clausola? C'è" (VIDEO)

13/06/2025 alle 10:36.
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LOS EDUL - In seguito all'anticipazione, ecco l'intervista completa di Leandro Paredes ai giornalisti argentini Gaston ed Esteban Edul. Tra i vari temi trattati il centrocampista della Roma si è soffermato sulla sua stagione nel club giallorosso e sul futuro al Boca Juniors. Ecco le sue dichiarazioni.

La citta di Roma?
"Roma è una città che ci piace tantissimo, abbiamo sempre detto che ci potremmo vivere anche una volta che la mia carriera è terminata".

Dopo il ritiro potresti restare a vivere qui o vorresti tornare in Argentina?
"E' una delle opzioni. Potremmo restare qui, tornare in Argentina o trasferirci anche a Madrid, che ci piace molto. Vedremo".

Dipende anche dove vivrà Di Maria: avevi detto che saresti diventato il suo assistente...
"Sì, vediamo dove andrà a vivere Di Maria (ride, ndr)".

Diventare vice allenatore sarà una nuova sfida, ma servirà comunque concentrazione...
"Credo che non ci concentreremo, è il metodo europeo".

La prima decisione che avete preso quindi è non concentrarsi.
"Sì. La prima cosa che abbiamo detto è di non concentrarci".

Si dice che si soffre di più fuori dal campo che dentro...
"Per questo non voglio diventare allenatore ma assistente. Voglio togliermi di dosso un po' di responsabilità e lasciarla a Di Maria. Farò fare a lui le conferenze stampa".

Quest'anno hai cambiato tanti allenatori alla Roma...
"Sì, è stato un anno molto difficile. Abbiamo iniziato con un progetto e con un allenatore che era spettacolare per noi, lo conoscevamo ed era un buon tecnico anche per l'ambiente giallorosso. Ma è stato esonerato dopo tre giornate ed è stato molto duro per noi, il cambiamento è stato difficile per me perché passai dal giocare sempre a non entrare in campo nemmeno per un minuto".

Quanto è stato importante l'arrivo di Ranieri per la tua permanenza a Roma?
"Importantissimo. Io volevo giocare con continuità e quando non ho giocato ho sofferto molto. Ecco perché ho pensato di tornare in Argentina, ma con l'arrivo di Ranieri tutto è cambiato".

Non giocavi per scelta tecnica...
"Non riuscivo a trovare una spiegazione perché un conto è perdere il posto in seguito a un infortunio, in campo o per un determinato motivo. Quando Juric arrivò fece le sue scelte e non giocai nemmeno un minuto. Ovviamente chiedevo sempre il motivo dell'esclusione, ma non ho mai ricevuto risposta. Non ho avuto la possibilità di perdere il posto giocando".

Al tecnico non piacevano i giocatori sudamericani o la scelta era dettata dal tuo stile di gioco?
"Non credo che l'allenatore ce l'avesse con i sudamericani, anche perché Dybala e Soulé giocavano. Sono gusti e li rispetto".

L'importanza di Ranieri?
"Voleva che io restassi, me lo diceva ogni volta che ci incontravamo nel centro sportivo. Fu molto importante anche il mio rinnovo. Ranieri mi ha dato molta fiducia e inoltre ha tantissima esperienza. Qualora fossi andato via, lui mi avrebbe capito perché vive il calcio come noi e tornò alla Roma proprio per amore nei confronti del club. Lui mi avrebbe capito".

Conosceva la tua situazione?
"Sì, ovviamente. Credo che il club ne avesse parlato con lui. Alla fine le cose sono andate così".

Che differenze ci sono tra il primo Paredes alla Roma e quello di oggi?
"Tantissime. Sono maturato molto dal punto di vista calcistico e personale. Sono cambiato sotto tutti gli aspetti, anche nell'interpretazione del ruolo. Ho giocato al fianco di giocatori incredibili e questo mi ha permesso di crescere".

Nonostante a Roma avessi avuto delle difficoltà, in nazionale eri sempre presente...
"Durante il periodo di Juric avevo paura che Scaloni non mi convocasse, dato che erano due mesi che non giocavo. Sono stato contento per la convocazione, so di essere parte del gruppo storico e per questo stavo tranquillo".

Sei mai mancato?
"No. Ma quella volta ho avuto un po' di dubbi nonostante io faccia parte delle zoccolo duro della nazionale". [...]

E' vero che Neymar ti chiede di andare a giocare con lui al Santos?
"Sì, anche ora mi scrive e mi manda messaggi. Mi sta facendo impazzire".

Cosa gli rispondi?
"Che non mi deve disturbare (ride, ndr). Però sì, seriamente mi manda spesso messaggi e mi chiama dicendo che vuole giocare con me".

Magari in un'altra squadra che non sia il Santos...
"Vediamo cosa succede...". [...]

Tu potresti fare lo stesso con Dybala al Boca...
"Come ha raccontato lui stesso da ragazzino faceva il tifo per il Boca Juniors e lui ha il desiderio di giocare nel campionato argentino. Perciò gli dico sempre: 'Se tornerò a giocare in Argentina, verrai con me'".

E lui che vuole fare?
"Gli piacerebbe. Vedremo cosa succederà, dico sempre che è giusto che lui decida con il suo cuore, ma è chiaro che noi lo aspetteremmo volentieri".

In Argentina però c'è anche l'Instituto Cordoba, per il quale Dybala ha molto affetto...
"Può giocare un po' con noi e dopo terminare la propria carriera all'Instituto".

Nel contratto con la Roma c'è una clausola che ti permette di tornare la Boca Juniors?
"È lì".

Quando scade il tuo contratto alla Roma?
"30 giugno 2026".

Torneresti al Boca?
"Lo dico sempre: la voglia c'è sempre e alle volte è più alta, ma non dipende solo da me. Quindi vivo la mia vita e la mia carriera giorno per giorno e vedremo che succederà".

La sensazione è che prima o poi finirai di giocare con il Boca...
"Sì, credo non ci siano dubbi. Si tratta di un mio desiderio, della mia famiglia e dei miei amici, che vogliono tornare a vedermi giocare ogni domenica. Quindi, se Dio vuole, spero di sì".

Vedi il Boca? Segui le partite?
"Sì, guardo tutte le partite".

Ha vinto praticamente tutto: hai ancora dei sogni?
"Voglio vincere titolo importanti sia con il club sia con la nazionale, sono nato con questa mentalità. Prima di ritirarmi voglio vincere un altro Mondiale e la Copa Libertadores con il Boca".

Il peggior fallo che hai fatto?
"Ne ho fatto uno a Castellanos in un derby, non so se fosse molto forte ma mi è piaciuto (ride, ndr)".

Ti ha detto qualcosa?
"Mi insultò (ride, ndr)".

Che ruolo senti di avere all'interno dello spogliatoio?
"Mi sento importante sia con la nazionale sia con la Roma e anche lo staff tecnico e i compagni di squadra mi fanno sentire importante. Anche i tifosi mi rispettano molto, quindi so di essere una figura importante nello spogliatoio".

A quali club sei stato vicino ma alla fine non si è fatto nulla?
"Ce ne sono stati molti, l'Inter è uno di quelli e sto parlando del periodo prima del trasferimento al PSG. Sono stato vicino anche al Chelsea, avevo il contratto dei Blues e del PSG sul tavolo e alla fine ho scelto i francesi".

Come gestisci il post partita di una sconfitta o di una brutta prestazione personale?
"Quando finisce la partita vedo i miei figli e cerco di essere il più tranquillo possibile. Poi torno a casa e riguardo la partita da solo".

Ti accorgi degli errori?
"Sì, sono molto autocritico".