SKY SPORT - Dopo il pareggio con l'Athletic la Roma sfiderà l'Elfsborg in Europa League domani sera alla Boras Arena. Alla vigilia capitan Lorenzo Pellegrini ha parlato ai microfoni dei cronisti. Le sue dichiarazioni:
Un po' di tosse, è il freddo della Svezia?
"Sì, è il freddo".
C'è stata una bella scarica di adrenalina nello spogliatoio, come ha reagito il gruppo e come state gestendo il passaggio da De Rossi a Juric?
"Partirei con il ringraziare Daniele per tutto quello che ci ha trasmesso. È stato difficile perché la squadra sentiva che ci dava tanto a livello umano e di campo. Continuo a ripetere che lui e il suo staff raggiungeranno tutti gli obiettivi che vorranno perché sono eccezionali a livello umano e professionale. È stato difficile inizialmente".
Non ve lo aspettavate?
"No, a dire la verità non era quello che il gruppo sentiva. Non eravamo contenti dei risultati, mi sembra scontato dirlo, ma c'era questa serenità con cui si lavorava bene e forte, per cui i risultati sarebbero arrivati e di questo eravamo sicuri. Al di là di questo, il gruppo ha reagito bene. Ci sono momenti in cui vai avanti perché indossi una maglia e uno stemma sul petto che è più importante di qualsiasi cosa. E Juric è stato eccezionale perché ha capito perfettamente il momento di tristezza del gruppo dovuto ad un cambio non voluto da noi, penso sia chiaro. Le cose sono cambiate, ma siamo in campo e siamo con il mister, lavoriamo forte e cerchiamo di prendere tutto quello che ci vuole dare per cercare di mettere in pratica il prima possibile al 100% il suo modo di vedere il calcio per poter vincere le partite".
Hai quasi 300 partite, 52 gol e hai sollevato una coppa, hai avuto momenti buoni e meno buoni. Perché i fischi? Sei colpevole di cosa, lo hai capito?
"No, questo non lo so dire. So qual è la responsabilità di arrivare dopo due grandi come Totti e De Rossi, portare una fascia che ti porta dietro tutta la città. Mi sono preso questa responsabilità perché più che una responsabilità è stato un sogno e un onore. Ovviamente è anche un onere. So che possa essere il primo indiziato quando le cose non vanno bene, so che può essere anche normale ed è giusto così. Quando in una famiglia le cose non vanno bene penso che i genitori si debbano sempre assumere le proprie responsabilità. Al di là di pagliacciate che non mi piace fare e che non farò mai perché avete capito come sono fatto, dove c'era da prendersi le responsabilità me le sono sempre prese e sono sempre stato il primo a metterci la faccia e ad essere presente. Per il resto penso che per un giocatore sia normale e anche giusto essere criticato se è un momento in cui le prestazioni non sono all'altezza delle aspettative, di questo mi rendo conto perché cerco di essere il più obiettivo possibile. Quello che non è certo è vedere il mio nome accostato a fatti che non farei mai come uomo, al di là del giocatore e del capitano, è una cosa che non posso proprio accettare".
Ti riferisci alle chiacchiere sugli esoneri di Mourinho e De Rossi?
"Sì, mi piace prendermi le responsabilità che mi devo prendere e non mi piace prendermi quelle per cui non c'entro niente. Prendersi una responsabilità per una cosa per cui hai combattuto perché ci credevi mi sembra incoerente e non ci tengo a farlo. Capisco tutto sulla prestazione e sul giocatore ma all'interno si sanno bene le cose e quanto tengo alla maglia, alla società, alla città e ai miei tifosi. Do sempre tutto e continuerò a farlo sempre, non è una maglia qualsiasi e ha un valore speciale. Non mi piace essere accostato a cose che l'uomo non farebbe mai e neanche il professionista".
La speranza è che tu possa recuperare il rapporto con i tifosi.
"Sì, è quello che mi auguro perché tutti sanno quello che per me vuol dire indossare questa maglia e questa fascia in Italia e Europa. Il mio amore è incondizionato per la Roma".