RADIO IMPACTO - Ha rilasciato una lunga intervista all'emittente radiofonica argentina Javier Pastore. Il trequartista della Roma ha parlato principalmente del difficile momento che sta attraversando l'Italia, alle prese con l'emergenza Coronavirus. Queste le parole del calciatore:
"Dobbiamo capire se riprenderemo a giocare da questa stagione o da quella successiva. Credo sia difficile che questa stagione possa essere portata a termine, credo che al momento serviranno almeno 20-30 giorni per prepararsi prima di ripartire. Tutti i club avranno delle perdite economiche, ma immagino che cercheranno di iniziare direttamente il prossimo campionato in modo tempestivo. Per me è impossibile ricominciare da dove si è interrotto. Vorrebbe dire finire il campionato più tardi rispetto alle previsioni e quindi poi spostare il prossimo campionato. Ma ci sono anche le Olimpiadi, l'Europeo e la Copa America."
È vero che ci sarà un grave danno economico - ha proseguito l'ex PSG -, molte persone hanno già pagato per vedere le partite che non si stanno giocando, ma non penso sia possibile riprendere da dove si era lasciato. Questo è quello che credo io. Ogni giocatore ha le sue esigenze e il club ha fornito a ognuno gli strumenti necessari per gli allenamenti a casa. Al mattino ci svegliamo, ci pesiamo e inviamo allo staff tutte le informazioni di cui hanno bisogno: il peso, il tempo di allenamento, gli esercizi fatti. Non possiamo allenarci insieme ma almeno facciamo a casa il necessario per non perdere il tono muscolare così da farci trovare pronti quando ricomincerà il campionato."
"A volte facciamo doppi allenamenti, seguendo il lavoro con cui normalmente ci alleniamo. Non abbiamo contatti con nessuno. Siamo calmi perché i controlli sono molto capillari. Penso che il caos potrebbe scatenarsi anche in Argentina perché le persone si affollano per comprare le cose. Anche le aziende approfittano della situazione, ma qui in Italia non succede. Circolano moltissime informazioni sbagliate. Il virus non è grave soltanto per gli anziani. L’importante è rimanere per quindici giorni in casa. Abbiamo a che fare con questo virus da un mese e inizialmente al problema è stata attribuita scarsa rilevanza. Dopo due settimane si è creato il caos. Al momento sono attivi solamente supermercati e farmacie. Ci sono molti controlli nelle strade. Il paese è tranquillo".
"Nazionale? Ho un bel rapporto con tutti: Di Maria, Messi, Otamendi, Biglia e tanti altri. Essere convocato in Nazionale era sempre molto bello. Tata Martino si è fidato molto di me e mi ha permesso di giocare. C’è molta competizione, purtroppo non ha potuto sostituire Di Maria o Messi. Ma porto con me i migliori ricordi della Nazionale. Mi pento di alcune situazioni, ad esempio per come ho dovuto giocare alcune partite non essendo al meglio fisicamente".
"Il Talleres e l'Argentina? È bello che il Talleres non dipenda da un risultato. Questo accade in poche squadre in Argentina e dà fiducia ai giocatori. La squadra è molto brava. Nahuel Bustos è un attaccante forte, come allo stesso tempo Guido Herrera è un ottimo portiere. Oggi chiunque vorrebbe giocare lì. Molte persone mi raccontano di come stia il club. Non posso dire se Fassi sia o meno il miglior presidente, ma ha fatto crescere molti aspetti. Quando ero nelle giovanili c’erano giocatori migliori di me, ma senza i giusti mezzi non riuscivano ad esplodere. Mi piacerebbe fare in modo i ragazzi possano arrivare a giocare a questi livelli, adoro lavorare con ragazzi giovani, raccontargli le mie esperienze e provare a trasmettere il mio insegnamento, in modo che possano essere migliori giocatori. Sarebbe bello farlo a Cordova. Parlo molto con Fassi, lo scorso anno è venuto anche a trovarmi; il nostro rapporto è buono e ci sentiamo sempre quando il Talleres gioca. È molto presente nel club. Se torno in Argentina? Lo faccio solo per giocare nel Talleres. La mia famiglia viene da quel posto e lì ci sentiamo più a nostro agio, nessuno mi può togliere questa convinzione, non posso non provare a realizzare questo mio sogno. Qui a Roma ho ancora due anni e mezzo di contratto, quindi non penso di tornare adesso, ma se lo faccio voglio avere una buona condizione fisica. Non voglio tornare solo per il nome".