AS ROMA MATCH PROGRAM (M. PAONESSA) - Tempo. Cio’ che manca nel calcio, soprattutto perché cammina di pari passo con la pazienza. Tempo. Cio’ che serve a chi giovanissimo, è chiamato a fare una scelta professionale e di vita. E anche se non ci sono esitazioni nel decidere, bisognerebbe capire che a volte il ‘tutto e subito’ non è possibile. William Bianda ha scelto la Roma senza esitazioni, felice ed onorato delle attenzioni di un Club prestigioso. Su di lui si sono accesi riflettori ed aspettative, ma ha avuto la forza di rimanere se stesso anche nell’iniziale momento di difficoltà. Non ha mai messo in discussione la sua scelta, ma ha solo pensato a lavorare, giorno dopo giorno, dentro e fuori dal campo per sentire sempre un po’ più sua questa città e questi colori.
William, sei alla Roma da un anno e mezzo circa, come va adesso?
“Il primo anno è stato difficile, sia a livello sportivo che calcistico. Ho avuto qualche infortunio e qualche ricaduta. A livello personale mi sono inserito bene, qui a Roma mi sono fatto dei nuovi amici. La città è molto bella e mi trovo bene qui”.
Quali sono le differenze tra il calcio italiano e quello francese?
“Direi che il calcio italiano è molto tattico, sia per quello che riguarda l’aspetto difensivo che per quello offensivo. In Francia ci si concentra di più sul gioco con la palla e meno sull’aspetto tattico. Questa è la principale differenza”.
Se pensi al giorno in cui sei arrivato a Roma, quanto sei cambiato?
“Da quando sono a Roma ho imparato molto. Penso di essere cresciuto molto e credo di essere in grado di poter migliorare ulteriormente. Spero di poterlo fare. Quando ho saputo che la Roma era interessata a me, mi sono sentito onorato, mi ha fatto molto piacere. È sempre un onore sapere che un grande club si interessa a te. Ero molto contento. Non ho mai avuto dubbi riguardo a questo trasferimento. Mi sentivo pronto a lasciare la Francia e il club in cui mi sono formato, dove ho passato cinque bellissimi anni. Non ho avuto alcun dubbio. È vero che quando sono arrivato c’erano molto aspettative su di me, ma giocare con questo tipo di pressione fa parte del calcio. All’inizio è stato un po’ difficile, poi mi sono ambientato e le cose vanno bene adesso. Quello che mi ha aiutato a restare tranquillo e sereno direi che sono state le persone che mi circondano, la famiglia, il mio procuratore, con il quale parlavo quotidianamente e mi diceva di non fare caso alla pressione, di giocare come sapevo fare”.
Tornassi indietro, cosa non rifaresti?
“Quando sono arrivato a Roma, non mi aprivo molto ed è stato un errore da parte mia. Adesso è un anno che sono qui e mi sento bene, mi trovo bene con tuti, con i compagni, in campo mi diverto, penso si veda, e sono molto contento di questo”.
Cosa ti manca della Francia?
“Quello che mi manca della Francia sono i miei amici. Anche la famiglia, ma viene spesso a trovarmi a Roma. Quindi direi soprattutto gli amici”.
E di Roma cosa ti piace?
“E la città, semplicemente. Mi piace molto. E anche la pasta”.
Cosa fai nel tuo tempo libero?
“Dipende dai giorni, a volte resto a casa e gioco alla Playstation, oppure vado in centro, giro per i negozi, faccio un po’ il turista”.
Che squadra scegli alla Play?
“Prendo sempre il Manchester City. È l’unica squadra con cui mi piace giocare alla Playstation. Mi piace molto il Manchester City, ma solo alla Playstation! Non sono un vero tifoso della squadra”.
A volte ti alleni in prima squadra per poi giocare in Primavera...
“Diciamo che mentalmente è un po’ difficile. Perché capita che mi alleni con una squadra e che poi debba giocare con un’altra. Ma questo risulta poi utile in campo, perché posso portare in Primavera l’esperienza della prima squadra. È un qualcosa in più”.
Qual è il giocatore che più ti ha impressionato alla Roma?
“Il giocatore che più mi ha colpito da quando sono arrivato a Roma è stato Daniele De Rossi. È un giocatore che ha tutto. Anche se potremmo pensare che con l’età le cose fossero più difficili per lui, in realtà tutto quello che faceva gli veniva facile”.
Chi è il difensore più forte al mondo per te?
“Penso che il centrale più forte del mondo in questo momento sia Virgil Van Dijk, anche se il mio idolo è Umtiti. Non direi che vorrei avere le sue caratteristiche, ma mi piace la sua potenza, la qualità delle sue ripartenze e il senso della posizione”.
Cosa c’è nel tuo futuro?
“In futuro spero di restare alla Roma e di affermarmi in questo grande club. Essere all’altezza delle aspettative che sono state riposte su di me”.
Hai immaginato il tuo esordio in prima squadra?
“Sì, già l’ho immaginato e sognato. Sarebbe qualcosa di straordinario, soprattutto all’Olimpico, un grande stadio pieno di tifosi. Mi piacerebbe molto che questo accadesse. Lavoro per riuscirci”.