ROMA TV - Antonio Mirante, portiere della Roma, ha rilasciato un'intervista al canale ufficiale del club giallorosso al termine del primo giorno di allenamenti a San Diego, prima tappa della tournée americana.
"Il fatto di essere in un ambiente nuovo e in un club con un grande blasone è uno stimolo maggiore. cerco di affrontare tutto con la massima tranquillità, me lo impone il mio ruolo e l'importanza del club in cui sono. Devo fare i conti con la mia eta, ma nel mio ruolo sono nel pieno della mia carriera".
Hai riflettuto sulla scelta della Roma?
"Ho pensato ai pro e ai contro, ma dopo pochi minuti erano di più i pro. Era una cosa che volevo, poteva succedere nella sessione di mercato precedente. E' una cosa che mi ha soddisfatto da subito, ho spinto perchè si arrivasse alla conclusione".
Come si descrive come portiere?
"Non sono appariscente, sono essenziale. Ho buone caratteristiche fisiche, cerco di tenermi in forma. Nel calcio di oggi il portiere deve essere un atleta completo. La cura dei dettagli per un portiere è fondamentale. Sui difetti, con Savorani sto scoprendo di averne di più di quanto pensavo (ride, ndr), ma non sono permaloso è un vantaggio quando lavoro con un preparatore diverso, si scopre un diverso punto di vista su molti aspetti".
Savorani e le sue due ore di allenamento, è così duro?
"E' esigente e cura tanto i particolari, quindi vuole che si perfezioni il suo lavoro. Ci possono volere due ore, magari tre, ma è giusto che ci lavori tanto sopra, sono concetti che devi portare dietro tutto l'anno. Cura tanto la tecnica, bisogna adattarsi ma se capisci che puoi avere benifici si lavora con un approccio diverso".
L'evoluzione del suo ruolo?
"C'era questa convinzione che per fare il portiere dovevi essere matto. Ma la pazzia vuol dire anche affrontare alcune situazioni con coraggio. Poi fa tutto parte del carattere che si ha fuori dal campo, io sono una persona equilibrata e questo mi aiuta. L'evoluzione del portiere? Rispetto alla mia generazione si giocava meno con i piedi, oggi c'è l'esigenza di una preparazione tattica e anche tecnica, c'è da allenarsi e mettersi alla pari con i compagni. Un passaggio fatto bene può determinare tanto".
Alla Roma con un ds e un team manager ex portieri...
"C'è anche modo di confrontarsi, è anche quello allenamento. Può essere un vantaggio, non sono persone invadenti, rispettano i propri ruoli ma da questo punto di vista possono essere un valore aggiunto".
L'importanza del gruppo, la può confermare?
"E' tutto legato all'ambiente, chi è qui da più tempo fa vedere quanto ci tiene e quanto sta bene nella Roma. L'attaccamento giova a tutti, puoi stare bene in un posto ma se non vuoi bene al tuo club non vai avanti. Qui invece c'è una vera spina dorsale, che da benefici a tutti".
Un consiglio per chi vuole fare il portiere?
"Consiglierei altri ruoli (ride, ndr), ma nello specifico consiglio di dedicarsi al 100%, senza trascurare i dettagli. Nulla va lasciato al caso".