FACE TV - Terminato il campionato, è l'attaccante giallorosso, Edin Dzeko, a fare un punto della stagione e del suo futuro ai microfoni del canale televisivo bosniaco. Esordisce commentando le insistenti voci che volevano un suo trasferimento al Chelsea nel mercato di gennaio: "Dopo essere stato al Manchester City, non ero pronto la scorsa estate a trasferirmi al Chelsea, così ho deciso di restare alla Roma. E’ stato un periodo molto complicato dove come sempre sono state tirate in ballo tante cose false. Tante cose mi sono passate per la testa, non ero sicuro di niente in quel frangente". Prosegue sul futuro: "Ora giocherò due partite con la nazionale bosniaca e successivamente vedremo quello che succederà. Ho altri due anni di contratto, quindi bisogna chiedere anche alla Roma". Anche un passaggio sul Milan, interessato al bosniaco, secondo le indiscrezioni di mercato: "Quando giocavo con la maglia dello Zeljeznicar il mio sogno era quello di giocare nel Milan. Dopo aver vinto il titolo con il Wolfsburg sono stato molto vicino al Milan, ma la squadra tedesca non mi ha voluto lasciare andare. Ma per fortuna la mia carriera è comunque andata bene ed in questo momento sono molto contento a Roma".
E poi un commento sulla straordinaria cavalcata della Roma in Champions League, con il mancato approdo in finale: "Contro il Barcellona siamo stati super, in semifinale contro il Liverpool non siamo stati in grado di raggiungere la finale a causa della partita di andata giocata ad Anfield. Non siamo forse ancora consapevoli dell’occasione che abbiamo perso: segnare 6 goal in una semifinale e non riuscire ad andare in finale."
Infine, un pensiero alla sua infanzia a Sarajevo: "La mia vita e la mia carriera sono molto interessanti, potrei farne un film. Molti mi dicono di scrivere un’autobiografia, ma non credo che sia ancora il momento. Durante e dopo la guerra giravano molte storie sul mio conto, ma per fortuna i miei genitori sono stati sempre vicino a me. Passare il periodo della guerra a Sarajevo non è stato facile, ma loro hanno sempre cercato di darci il massimo. Adesso quello che posso fare nella mia posizione è dare degli aiuti dal punto di vista umanitario. Non do la colpa a nessuno, queste storie mi hanno motivato maggiormente".