Luciano Spalletti e il Dg della Roma Mauro Baldissoni hanno presenziato alla conferenza "La legalità rompe le barriere - Lo stadio Olimpico tra presente e futuro", incontro-conferenza istituzionale che si è tenuto all'Università Sapienza di Roma. Presenti all'evento anche il Questore di Roma Nicolò D'Angelo e l'ex prefetto Gabrielli (ed attuale Capo della Polizia), e il presidente della Lazio Claudio Lotito accompagnato da Simone Inzaghi.
L'allenatore giallorosso, riguardo al rinnovo di Totti, ha dichiarato: "Io sono felice se è felice Totti, se vuole il contratto solo al suo fianco"
"A me è successo che quello che succede al di fuori dello stadio mi creasse dei problemi - continua Spalletti -. La regola solitamente è che il cellulare non può essere usato all'interno degli spogliatoi. Una volta è successo che un giocatore desse il cellulare a un massaggiatore o un team manager perché altrimenti non avrebbe giocato tranquillo senza vedere la moglie e il figlio seduti al loro posto. I giocatori hanno questa tensione e timore addosso se non sanno che stanno bene i loro familiari. Io per farli giocare tranquilli gli faccio tenere il cellulare fino all'ultimo, li lascio parlare con il team manager: per me è fondamentale. Le barriere? Bisogna trovare soluzioni diverse. I controlli li capisco ma capisco anche che gli stadi sono vuoi e bisogna riempirli. C'è solo un momento in cui le barriere sono utili: per gli avversari, quando tira una punizione Francesco Totti. Se Francesco resterà? E' una domanda da fare a Baldissoni, sapevo dove si sarebbe andati a parare facendo l'allenatore della Roma e risponderò sempre alla stessa maniera: io sono felice se è felice Francesco Totti. Se vuole il contratto io sarò al suo fianco e gli darò una mano".
IN DIRETTA su #Periscope: la legalità rompe le barriere interventi Spalletti Inzaghi https://t.co/zRgaajAwH9
— QuesturaDiRoma (@QuesturaDiRoma) 16 maggio 2016
Dopo l'allenatore della Roma, è il turno del direttore generale Mauro Baldissoni: "Il prossimo anno introdurremo iniziative, abbiamo fatto degli investimenti e abbiamo aperto un villaggio per le famiglie fuori lo stadio. Con un nostro progetto "A scuola di tifo" parliamo nelle scuole del rispetto nello sport. Contro il Chievo Verona abbiamo ospitato 600 bambini: questi sono i messaggi, e non parole, che mandiamo. Un messaggio che non voglio lasciare però è questo: il tifo non è una malattia che dobbiamo debellare, attenzione. Si soffre per la propria squadra, ma il tifo non è qualcosa di negativo. Siamo qui per parlare di legalità, ma non bisogna cadere nell'equivoco che tifo sia sinonimo di illegalità. La parola barriera è negativa già nel suo significato. Dobbiamo puntare all'eliminazione di tutte le barriere, perché la barriera esclude: non ti fa prendere responsabilità, neanche delle proprie azioni. La barriera si frappone tra due tifoserie permettendogli di insultarsi. Noi dobbiamo continuare in questa direzione: eliminazione delle barriere e aumento delle responsabilità".
-----
Luciano Spalletti ha successivamente parlato a margine dell'evento ai cronisti presenti:
Progetto stadi pieni…
"Il progetto stadi pieni e di comportamenti regolari, poi si passa attraverso questo. Perché ad esempio molte persone non sono a conoscenza di quello che avviene e di quello che subiscono i calciatori, cioè quello che dicevo prima. Le barriere tolgono la libertà ma è anche un togliere la libertà l’impossibilità di poter stare in un giardino vicino allo stadio quando c’è la partita, oppure non avere la possibilità di girare per il mondo con la maglia di un calciatore. Mio figlio studia in Michigan e quando sta li ha la maglia della Roma quando viene in Italia se la toglie, quindi bisogna cambiare per forza qualcosa. Giustamente è anche una nostra responsabilità con quello che deve essere un mandare dei messaggi corretti e giusti. La Roma quest’anno l’ha mandato qualche messaggio, ha avuto un solo cartellino rosso per doppia ammonizione, è un punto di partenza. Dobbiamo dare un contributo per gli stadi pieni".
Miralem Pjanic spiccherà il volo verso il Nord?
"Siccome la Roma ha fatto un campionato importante, hanno fatto uno spettacolo importante, è chiaro che questi calciatori, che sono coloro che hanno permesso che avvenisse ciò attraverso la loro qualità, sono nell'occhio del mirino di alcune società. Però questi calciatori qui mi hanno assicurato, perché io con loro ci parlo quotidianamente, che vogliono rimanere alla Roma. Poi questi discorsi è chiaro che vanno approfonditi, perché ci sono delle situazioni nel calcio che si possono andare poi a scatenare e cioè che una società vada a prendere un giocatore da un’altra società e valuteremo. Però la volontà dei calciatori è di rimanere a giocare alla Roma, perché si sono trovati bene e perché hanno piacere nell'indossare questi colori".
Dispiacerebbe vedere Pjanic alla Juve?
"Non sono gusti. Io ho piacere se i giocatori fanno quello che gli fa piacere fare e hanno delle situazioni individuali e soggettive con le quali si devono confrontare. Bisogna passare attraverso quella che è una regola di proposte, di coinvolgimento, di obiettivi, di qualità".
Gabrielli ha annunciato che le barriere resteranno, quindi anche l’anno prossimo niente Curva…
"Lui ne sa più di tutti noi in funzione di questo. Ho conosciuto dei nuovi perché, le necessità che si mettono, bisogna essere responsabili, bisogna comportarsi bene. Non posso accettare che mia moglie e mio figlio vengono allo stadio e ci sia il pericolo e si ritrovino nel mezzo a una confusione. Ho avuto la fortuna di andare cinque anni all'estero a fare l’allenatore, poi ho avuto la fortuna di andare in tutti gli stadi d’Europa a vedere partite e succede solo qui, dalle altre parti ci sono colori, ci sono sensazioni e passioni diverse l’uno dall'altro, però si può stare vicini, non si fa a cazzotti".
In Inghilterra però si sono verificate diversi episodi di violenza, ultimo quello tra West Ham e Manchester United, ma si parla solo dell’Italia…
"Anche li, è quel gruppo, quel branco di persone che hanno deciso di fare un azione del genere, non è un sistema diffuso come qui che si vede che ci si cazzotta da tutte le parti fuori dagli stadi mentre la gente cammina e ci si può rimanere coinvolti. Ci vuole più passione per quello che deve essere proprio lo spettacolo, lo sport, l’amore. Non bisogna fare questo per fare confusione. Che si inventino uno sport alternativo fatte da regole che vogliono loro e poi dove i protagonisti sono i tifosi e lo vanno a fare fuori dai centri abitati e fuori dagli stadi".