ROMA RADIO - Il tecnico della Roma Luciano Spalletti ha rilasciato alcune dichiarazioni all'emittente radiofonica giallorossa. Queste le sue parole.
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Cosa ci rimane della partita di Udine?
Tante belle cose perché la squadra si è fatta trovare pronta. Il primo pensiero va sicuramente all'aver saputo riordinare le idee durante la settimana, sviluppare degli allenamenti fatti bene ed essersi fatti trovare pronti in una partita insidiosissima per la qualità che hanno, per il momento che stanno attraversando e per quello che riesce a determinare Pozzo in quell'ambiente.
Si temeva il contraccolpo della Champions
Questa cosa spesso si verifica purtroppo. Quando si arriva a queste partite qui ci tocca uscire perché poi si trovano dei colossi, delle squadre fortissime. Mi è successo anche con lo Zenit, nella partita a seguire c'è sempre stato qualche problema a livello piscologico da rimettere a posto, i giocatori ne subiscono involontariamente, non so per quale motivo ma succede spesso così.
Tre immagini dei 90'
Come siamo entrati in campo subito, come abbiamo condotto la partita fin dal primo momento e l'aver avuto il pallino del gioco in mano. Abbiamo saputo soffrire in base al loro ritorno, messo dentro più fisicità, forza e convinzione nel secondo tempo. Un altro momento è quando è entrato Mire Pjanic, è già la seconda volta che entra dalla panchina e senza il minimo dubbio fa il suo lavoro, fatto bene, riuscendo a determinare la psicologia della squadra.
Non è vero niente, questi giocatori fanno i ruffiani oltre a essere forti (ride, ndr). E' la loro qualità che determina le giocate e gli schemi, senza avere quello scatto e quella facilità di farsi trovare 10 metri avanti che ha Alessandro, che ha questo spunto micidiale che ti taglia in due quando attacca lo spazio, senza chi ti mette la palla coi giri contati e il suo numero davanti al portiere non c'è schema.
La squadra ha mostrato di aver capito alcuni movimentiAndando a giocare lì, dovevamo fare quelli che prendono la partita in mano. A volte ci si riesce, altre no. L'Udinese ha giocatori di qualità come abbiamo anche noi, i nostri sono un po' più forti ma loro in questo momento non riescono a esprimere tutto il loro valore. Era chiaro che loro tentassero di incastrarsi al nostro modo di stare in campo, le loro scelte erano pronte a essere modificate a seconda dei giocatori scelti, potevano passare dal 3-5-2 al 4-3-3 come hanno fatto all'inizio. Li abbiamo costretti a questo, ci siamo creati opportunità superiori a quelle dette dal risultato.
L'attacco funziona con Dzeko
Edin ha fatto una buona partita per impegno, per il contrasto, si è fatto trovare nel gico di squadra, ha dato seguito e finalizzato le azioni. E' stato sfortunatissimo all'inizio su quel cross di Digne, la palla gli è andata un pochino centrale. E' sicuramente un giocatore diverso
A due mesi dal suo arrivo, a che punto siamo?
E' sempre difficile dirlo, tentiamo sempre di mettere qualcosa di più, chiedo sempre molto ai giocatori. Anche quando chiediamo l'impossibile, siamo pronti a poter sviluppare qualcosa. Stiamo facendo belle cose però penso ci sia sempre un margine per migliorare. Bisogna porre attenzione a qualcosa di nuovo. Sarebbe tanta roba se ci riuscissimo. Mi fa piacere evidenziare la partecipazione giornaliera, il vivere lo spogliatoio e l'allenamento, sentire i discorsi dei ragazzi mi da fiducia e mi fa guardare al futuro con sicurezza.
Squadra anche più sicura psicologicamente
Anche questo va ripetuto: si sono riappropriati della loro qualità. Nei due anni questa squadra è arrivata due volte in cima perchè qualcuno prima ha fatto un buon lavoro. Ogni tanto succede che i giocatori si dimentichino qualcosa. Quest'anno è un campionato più forte rispetto a quello degli anni precedenti. le squadre si sono rinforzate con giocatori di qualità che hanno fatto salire il livello del nostro calcio. Il fatto di stare in una parte di classifica importante significa che si è lavorato in maniera giusta