GLOBOESPORTE - 34 anni di ricordi vividi per tutti i romanisti e soprattutto per chi sul campo dell'Olimpico quel 30 maggio del 1984 c'era. E' Paulo Roberto Falcao che torna a commentare quella finale e le possibilità della Roma nel match d'andata di questa sera contro il Liverpool. Queste le sue dichiarazioni al quotidiano brasiliano:
Sulla finale di Coppa Campioni.
"Credo che la Roma abbia cominciato a costruirsi in quel momento. Chissà, le è piaciuto arrivare ad una finale, e penso che questo piacere sia ora trasmesso ai giocatori d’oggi. E’ bello arrivare ad una finale. Perché non ho tirato il rigore? Perché sentivo dolore al ginocchio, per colpa di un infortunio capitato un mese prima in campionato. Ho giocato grazie ad un' iniezione, solo che la partita durò 120 minuti e io non ce la facevo più. Parlai con Liedholm, il tecnico, e gli ho detto che non ce la facevo. Io sarei stato il quinto a calciare, perché avevo tirato il rigore quando abbiamo vinto la Coppa Italia, nel mio primo anno".
Sulla partita di questa sera.
"Il Liverpool ha una grande storia nella Champions League, un tempo chiamata Coppa dei Campioni, con cinque titoli, ed è molto forte. Io credo che la Roma sia cresciuta molto dopo le due partite con il Barcellona, e la città lo sa. E la tifoseria giallorossa ti aiuta tantissimo in questi momenti. Io dico che quella di stasera è una partita difficile per tutte e due e aperta ad ogni risultato".
La squadra dell’84 è stata la migliore della storia della Roma?
"Io evito sempre di dire che quella squadra sia stata la migliore, perché sono epoche differenti. Quella squadra dell’84 è stata creata con pochi soldi, differente dalle squadre che oggi giocano la Champions League. Ma quella finale è stato un grande risultato, che certamente va a favore della Roma di oggi. E’ stata l’unica finale giocata dalla Roma nella sua storia, e credo che questo aiuti molto la squadra in questa semifinale. Credo che quella finale si ricorderà per sempre, perché è ancora una rivincita, no?".
Perché la Roma ha impiegato tanto tempo per tornare ad una semifinale di Champions?
"La Roma si è ricostruita. Affronta squadra con un potere economico molto forte. Anche in Serie A è molto difficile, c’è la Juve che come avversario è quasi impossibile da battere, che sta quasi per vincere di nuovo il campionato. Ci sono squadre fortissime economicamente nella Champions League come Real Madrid, Bayern Monaco, Barcellona. E la Roma non è un club che investe tanto quanto questi. Ed è proprio lì forse il merito della Roma di arrivare ad una semifinale senza investire tanto come fanno gli altri".
Credeva nella rimonta sul Barcellona dopo il 4-1 dell’andata?
"Guarda, quando Dzeko ha segnato al Camp Nou e stavano 3-1, io ho pensato che al ritorno un 2-0 sarebbe stato possibile. Ma quando ha segnato Suarez il 4-1 è diventato più difficile. Vedendo l’inizio della gara di ritorno all’Olimpico, quando ho visto i cori della tifoseria giallorossa, prima che cominciasse la partita, con alcuni miei amici che mi mandavano i video dallo stadio, ho pensato, “mmm”… conosco la Curva Sud e lo stadio, è molto forte. E quando ho visto la squadra andare in vantaggio evitando che il Barcellona costruisse il suo gioco, obbligandoli a calciare il pallone in avanti, senza fare arrivare palloni a Iniesta e Messi, ho capito che avremmo avuto chance. Ma era difficile. Questo risultato, che nessuno si aspettava, fa crescere la Roma di autostima per la partita di oggi contro il Liverpool, senza alcun dubbio".
Su Alisson.
"E’ in un gran momento e credo che abbia già capito cosa vuol dire vincere un trofeo a Roma. Vedendo quanto la città si esalta ad ogni passaggio del turno. E’ un momento buono per la Roma, e allo stesso tempo di Alisson, Juan Jesus che partiranno come titolari. I brasiliani nella storia della Roma hanno spesso avuto un ruolo importante".