Aquilani, una carriera costellata di lampi e delusioni

06/08/2009 alle 10:42.

CORSPORT - Una storia tutta tinta di giallorosso, con la breve parentesi di Trieste. E’ per questo che i ricordi più belli del calciatore Alberto Aquilani non possono che essere legati alla maglia della Roma.

Quella maglia con la quale è cresciuto, ragazzino scovato da Bruno Conti e Tempestilli tra le fila della Spes Montesacro.

Quella maglia con la quale è cresciuto, ragazzino scovato da Bruno Conti e Tempestilli tra le fila della Spes Montesacro. Chissà se in queste ore concitate Aquilani si fermerà a ripensare ai tanti momenti belli vissuti a Trigoria.

 

TRICOLOREChissà a cosa penserà Aquilani. Magari a quello scudetto vinto a soli 14 anni con la maglia dei Giovanissimi Nazionali. Il primo alloro, conquistato con nella testa i sogni e la passione del quattordicenne. Oppure all’emozione di quella chiamata, quando la società gli sottopose il primo contratto da professionista.

 

DA GRANDEChissà a cosa penserà Aquilani. Magari ai primi passi con i grandi. Il pensiero tornerà a quel 10 maggio 2003, quando Fabio Capello lo fece alzare dalla panchina, scaldare ed entrare al posto di nel finale della gara contro il Torino. La sua prima volta in serie A. Aquilani, forse, penserà alla sua prima esultanza all’Olimpico nella partita più importante, il derby. Un gol contro la Lazio che, in un giocatore romano e romanista, non può non aver rappresentato un momento indelebile. Aquilani penserà a quella “rabona” che ammutolì la San Siro rossonera in una bellissima serata di novembre, oppure a quelle tre finali giocate e vinte contro l’Inter. Due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Perché le sue gioie sono state sempre anche quelle della Roma.