GASPORT - In tanti ci hanno messo il cuore, qualcuno le costole, altri persino la gamba. Tonetto ci ha messo ancora di più: la faccia. E' toccato a lui calciare il rigore più amaro, quello che ha eliminato la Roma dalla Champions League: il pallone è finito in curva Nord, quella dove la Roma vinse dal dischetto una finale di Coppa Italia, e buonanotte Europa. Ancora una volta maledetti rigori, ancora una volta una squadra inglese a spezzare un sogno: 25 anni fa il Liverpool in finale, ieri l'Arsenal. E' stato Bruno Conti ad accogliere in un abbraccio consolatore Tonetto. Lui, Conti, che quella sera sbagliò un rigore, sa bene che cosa sia passato e stia passando per la testa di Tonetto. Una delusione collettiva, gigante, alle 23.33 ha ammutolito lo stadio e, sull'onda lunga, la città.
La smorfia di Totti, le lacrime a stento trattenute, è lo spot del dolore sportivo. «Quando mi ricapiterà più un' occasione come questa, la finale di Champions a Roma?». Questo il pensiero e le parole di Totti. E' stata l'anima gregaria, la casa del popolo della Roma, a tenere in vita il sogno fino al rigore fallito da Tonetto: Brighi, Taddei, Riise - acclamatissimo, da ieri nuovo cult della tifoseria giallorossa - lo stesso Tonetto, persino Diamoutene, che ha sostituito con dignità Mexes. Sono stati loro a tenere in corsa la Roma fino all'ultimo, trascinati da un fuoriclasse che ha avuto l'umiltà e il buon senso d'indossare i panni del gregario, oltre che un tutore alla gamba destra per proteggere il ginocchio: Totti. Ora bisogna rialzarsi dal letto, ma sarà dura. Resta solo il quarto posto da agguantare, per la Roma, e tornare in Champions. Quella futura. Quella che si giocherà all' Olimpico, il 27 maggio, sarà una "cosa" straniera.




