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De Rossi, quello sguardo all'Emirates senza paura

12/02/2009 alle 15:26.

IL ROMANISTA - Mettiamola così, il 24 febbraio non dovrebbe ripetersi l'effetto Old Trafford. E' bene usare il condizionale e fare tutti gli scongiuri del caso, ma le condizioni nella quali la Roma si presenterà all'Emirates Stadium sono ben diverse da quelle del giorno in cui per la prima volta i giallorossi entrarono nel Teatro dei Sogni. E non solo per la differente coscienza di se stessa e della proprie potenzialità che la squadra di Spalletti ha acquisito nel frattempo. C'è di più, c'è il fatto che stavolta alcuni giocatori sanno l'effetto che fa. Lo sanno Aquilani e Perrotta, e lo sa De Rossi che martedì sera era lì spalla a spalla con i compagni di nazionale durante l'esecuzione dell'inno. Facce concentrate, anche la sua, ma con un pensiero in più. Le telecamere in parte lo hanno colto quel suo sguardo rivolto verso gli spalti, tanto per rendersi conto di quello che troverà tra meno di due settimane.

Insomma, i nostri non dovrebbero patire più di tanto l'impatto con lo stadio. Anche perché forse, pur essendo il secondo più grande della Premier League dopo l'Old Trafford, il terzo di Londra dopo Wembley e Twickenham, non ha il fascino di Highbury che è stato abbattuto e trasformato in un'area verde per appartamenti di lusso. No, quello era un'altra cosa. Ma anche l'Emirates (o Ashburton Grove, come era chiamato prima dell'arrivo dello sponsor), costato 390 milioni di sterline e inaugurato nel luglio del 2006 con la partita d'addio di Dennis Bergkamp, può fare paura. Da martedì sera a nostri ne fa un po' di meno.