REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Per vedere il nuovo design del lupetto simbolo della Roma anni Ottanta servirà attendere ancora un po'. Il disegno della nuova Roma, invece, inizia già a intravedersi sotto le maglie scolorite di questa stagione. Il progetto, DiBenedetto lo ha illustrato a Montali, Sabatini e Baldini nei suoi incontri italiani. Un progetto nato molto prima delle firme di Boston,
"PROGETTO VINCENTE" - Un affare fondato su un'esperienza che i manager statunitensi hanno costruito nel corso degli anni: "Mi sono confrontato con loro sin dai primissimi incontri - ammette Fiorentino - e sono rimasto molto colpito dalla loro esperienza nella gestione di marchi sportivi e nella capacità, di costruire intorno al team, una serie di eventi che trasformano quasi la squadra in un oggetto da media, che diventa il pretesto per poi fare del maketing su calciatori, maglie, eventi. Non chiacchiere ma cose che loro hanno fatto, in particolare DiBenedetto sui Red Sox e Pallotta sui Boston Celtics". Anche perché nonostante il bene non sia mai stato sfruttato, Roma rappresenta un'ottima base di partenza, come sa bene il vice dg della banca: "Il brand Roma è straordinario non solo in Italia ma anche all'estero e questa prospettiva ci ha subito interessato. Questo ci ha fatto intendere quella di una futura valorizzazione della Roma, e questo per noi è il team ideale". Una garanzia, però, anche per i tifosi: "Si fa marketing su un oggetto che vince, nessuno si appassiona a team perdenti. È chiaro che uno dei presupposti degli investitori è garantire una squadra competitiva per poi creare una positiva attenzione intorno al brand". La banca crede a tal punto nel progetto che emetterà un finanziamento di complessivi 40 milioni "per far uscire la Roma dalla logica di anticipazione dei ricavi futuri". Fiorentino spiega: "Noi forniremo questo prestito ma sulla gestione lasceremo la palla a DiBenedetto. Dovremo affrontare il mercato per essere competitivi ma sono argomenti che lascio al nuovo manager". Che, per diventare il presidente, dovrà attendere fino "agli inizi di giugno".
CAMIGLIERI: "COMPETERE A LIVELLO INTERNAZIONALE" - Una volta insediato, DiBenedetto dovrà ufficializzare un management che inizia ad assumere contorni delineati. Se l'area sportiva sarà affidata a Baldini (che potrebbe tardare di qualche mese, muovendo i fili da lontano) e Sabatini, affidando a Montali un ruolo di raccordo (ma ancora da definire, incontrerà la banca nei prossimi giorni), della comunicazione del businessman Usa si sta occupando in questo momento Tullio Camiglieri con Open Gate Italia. Che, parlando della Roma futura, insiste sull'aspetto sportivo: "Questo club può puntare ad uscire dai confini cittadini per competere a livello internazionale su più fronti".
Per farlo, però, servirà invertire la rotta rispetto agli ultimi risultati: "Credo che bisognerà impostare un lavoro diverso e più attento. Uno degli obbiettivi fondamentali che il nuovo management sportivo dovrà fare". Partendo, soprattutto, dall'aspetto finanziario: "Bisogna che iniziamo a costruire le fonti di ricavo, gli asset certi che permettono di attirare investimenti. Per ora in Italia ci sono solo le gambe dei giocatori come fonte di ricavo, ma invecchiano, si possono rompere". Alternative? "Certo se si potessero fare discorsi seri sugli stadi, il ragionamento cambierebbe. Sono rimasto colpito dalla reazione del presidente del Coni. Gli stadi sono un elemento fondamentale". Alla gente, però, interessano gli acquisti futuri. Camiglieri non si sbilancia: "In questo senso anche DiBenedetto e Pallotta sono stati abbastanza chiari: privilegiare i giocatori nati e legati a squadra e città. Formalmente però siamo ancora in attesa delle autorizzazioni, gli imprenditori americani in nessun modo operano come proprietari della Roma. Esiste tuttora un presidente che si chiama Rosella Sensi". Non per molto: la nuova era americana è già iniziata.