Plusvalenze fittizie: 29 indagati tra Cesena e Chievo Verona

12/07/2019 alle 17:17.
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Sono 29 le persone indagate nel procedimento relativo al fallimento del Cesena calcio, avvenuto nell'agosto del 2018, e alle false plusvalenze connesse alle cessioni di giovani calciatori con il Chievo Verona. La guardia di finanza di Forli' sta eseguendo l'ordinanza con la quale il gip, Monica Galassi, su richiesta della Procura, ha disposto un divieto di esercitare attivita' d'impresa e il sequestro preventivo di beni per il valore complessivo di circa 9 milioni di euro.

Le indagini delle fiamme gialle, nell'operazione "Fantacalcio", hanno preso il via nel febbraio dello scorso anno in merito a possibili condotte illecite connesse alla compravendita di giovani calciatori avvenute tra il Cesena (che militava nel campionato di B) e il Chievo. In quell'occasione la procura di Forli' ha avviato il procedimento penale che ha indotto a ipotizzare la commissione dei reati di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, emissione e utilizzo di fatture false.

Nello specifico, sottolineano gli investigatori, e' emerso che, negli anni dal 2014 al 2018, il Cesena e il Chievo avrebbero effettuato "reciproche compravendite di calciatori minorenni che, in realta', si verificavano solo cartolarmente (atteso che il giocatore non si trasferiva mai presso la nuova societa' in ragione della contestuale stipula del 'prestito') e a valori del tutto sproporzionati. I giovani atleti, infatti, oltre a non venir mai utilizzati dalla societa' acquirente venivano addirittura 'prestati' a squadre dilettantistiche". In questo ambito, viene ritenuta "significativa" la vicenda di un giovane calciatore, ceduto dalla squadra veneta a quella romagnola per 1,8 milioni di euro, che ha deciso addirittura di smettere di giocare a calcio in quanto mai schierato proprio a causa del suo scarso valore tecnico. Le false plusvalenze ricostruite nel periodo 2014-2018 ammonterebbero a quasi 30 milioni di euro e, sottolinea la Gdf, "costituivano l'escamotage per mantenere in vita una societa' che avrebbe dovuto richiedere l'accesso a procedure fallimentari da diversi anni e che continuava a omettere con sistematicita' il versamento delle imposte trasformando tale espediente straordinario nella normalita' della gestione imprenditoriale".

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