Parma, Manenti: "Non ci diamo per vinti, crediamo nella salvezza"

11/02/2015 alle 17:01.
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"Il Parma non è una squadra che si dà per vinta. Non penso che in 17 partite sia impossibile vincerne 10, ma crediamo comunque al risultato sportivo". Lo ha detto il nuovo presidente del Parma, Giampietro Manenti, nella prima conferenza stampa dopo l'acquisizione del club. "La scadenza del 16 febbraio non cambia il mondo, ma ci permette di non prendere una penalizzazione. Arrivare a fare un'impresa dal punto di vista sportivo e vederla vanificata per un ritardo nel pagamento sarebbe una doppia beffa. Il messaggio che stiamo cercando di trasmettere è che il Parma non è stato preso perché è un giocattolo. C'è l'idea di fare un progetto importante dal punto di vista sportivo ma anche dal punto di vista finanziario".

 ''Cosa mi sento di dire ai tifosi? Fidatevi di me perché quello che stiamo facendo è stato fatto con cognizione di causa. Avevamo pensato all'acquisto del Parma già ad ottobre ma il vecchio proprietario (Ghirardi, ndr) non aveva concluso la trattativa - ha raccontato Manenti - Poi sabato mattina ho letto sul televideo dei problemi della società, ho chiamato alcuni amici professionisti di Parma con cui collaboriamo e domenica mattina ho contattato Pietro Leonardi, attuale . Lui ci ha permesso di contattare la compagine cedente ed in quattro giorni abbiamo chiuso l'operazione''. Alle parole però Giampietro Manenti non fa seguire i fatti. Nessun nome dei suoi partner, nessun documento bancario, nessun bonifico. ''Domani faremo partire i pagamenti a dipendenti e giocatori. - ha aggiunto - Tutte le realtà finanziarie che abbiamo coinvolto hanno verificato che c'è la possibilità di risanare il tutto. Il Parma per noi non è un giocattolo ma un progetto sportivo ed economico importante. Vi chiediamo di avere fiducia''.

"Finché la matematica non ci condanna la speranza c'è, altrimenti sarebbe inutile essere qua. La speranza è l'ultima a morire, sarà utopia ma ce la giochiamo", ha aggiunto il manager Fiorenzo Alborghetti, prima di ammettere che un'eventuale retrocessione cambierebbe il progetto anche dal punto di vista economico: "E' chiaro che il piano industriale prevede la salvezza. E' previsto un piano industriale anche in caso di retrocessione in serie B, ma è chiaro che gli introiti non sono quelli della Serie A".

Secglie invece la via del silenzio il Pietro Leonardi. "Oggi non parlo, in troppi si sono puliti l'anima, per cui ho scelto di non rilasciare dichiarazioni. Parlerò più avanti", ha risposto ai cronisti che lo invitavano a intervenire in conferenza.