GR PARLAMENTO - «Domenica rivedrete il Parma in campo, in una situazione non chiara. È impensabile che si possa chiudere il campionato con questa defezione. Ma senza fallimento, c'è ancora quel signore lì come presidente della società...». Carlo Tavecchio, presidente della Figc, ai microfoni di 'La politica nel pallone' si esprime così sulla gravissima crisi del Parma. Il club, di proprietà dell'imprenditore Giampietro Manenti, è in una situazione disperata. Ieri, la gara con l'Udinese non è andata in scena. «Non si è giocato perché il prefetto aveva disposto che il match si disputasse a porte chiuse», vista l'impossibilità di pagare gli steward. «I calciatori non volevano giocare in quelle condizioni, come ritengo legittimo. Con un provvedimento della presidenza federale ho deciso di far slittare la partita», spiega Tavecchio. Il fallimento del club diventa una tappa fondamentale. «Portare i libri in tribunale? Oggi bisognerebbe fare così, ma l'imprenditore non si trova. Altrimenti bisognerà aspettare l'udienza del 19 marzo, che però è troppo lontano», prosegue prima di replicare a chi chiama in causa la federazione.
«A giugno dello scorso anno, le carte erano in regola. La Figc ha segnalato il mancato versamento dell'Irpef che ha portato all'esclusione dall'Europa League. Il finimondo si è scatenato negli ultimi 4 mesi -dice Tavecchio-. Ora si tende a scaricare tutto sulla federazione. Ricordo che nel 2008 sono state abolite le procedure relative alla capacità patrimoniale e finanziaria» dei club e «ci si è affidati al controllo esterno del budget. Questa è la situazione che abbiamo trovato e che stiamo cercando di sistemare, non so più in che lingua dirlo. Un buco del genere non si può creare in una settimana», afferma. «Per il futuro noi stiamo lavorando per l'introduzione di un fair play finanziario. Noi chiederemo che si crei una sorta di Consob, a livello di lega, per controllare i bilanci delle società», dice ancora. A Parma, ribadisce, «il tribunale deve prendere in mano la situazione, la Lega deve essere coinvolta e deve fare una sorta di atto di solidarietà, anche per i rapporti con le tv. Devono sistemare la questione fino alla fine della stagione», dice riferendosi all'impegno che bisognerà mettere in campo per consentire al Parma di concludere il torneo. «Noi accompagneremo il Parma affinché possa scendere in campo. Ma senza fallimento, c'è ancora quel signore lì presidente», ripete.
«Il campionato italiano di Serie A deve essere ridotto almeno di 2 unità, come la Serie B, anche per dare più spazio alla Nazionale. L'obiettivo principale» nell'immediato «è arrivare con una squadra competitiva agli Europei». Carlo Tavecchio, presidente della Figc, pone la riforma dei campionati in cima all'agenda federale. Il numero 1 di via Allegri ha avocato a sé la delega relativa alle riforme dopo il caso 'telefonico' che ha coinvolto il presidente della Lazio, Claudio Lotito. «Le riforme sono state assorbite dalla presidenza per un motivo semplice: vista la tensione, mi sembrava corretto revocare l'incarico», dice Tavecchio. La Lega di Serie A, ovviamente, potrebbe comunque designare Lotito come proprio rappresentante al tavolo. «Io non ho chiamato le persone, io ho chiamato le componenti: la Lega di A manderà il suo rappresentante, non so chi verrà indicato. La Lega di A è sovrana in questa scelta»