Un esempio di squadra trasformata (in meglio) con il cambio di allenatore è senza dubbio la Sampdoria di Mihajlovic. Da quando il tecnico serbo ha preso le redini della formazione blucerchiata, dalla tredicesima giornata, la tendenza si è completamente invertita e ora la Samp sembra definitivamente lontana dalle zone pericolose della classifica: dodicesima a 28 punti, a una lunghezza di distanza dal Milan e a due dai rivali del Genoa, battuti lo scorso 3 febbraio nel derby. Un gruppo cambiato nella mente e nello spirito, con un ritrovato equilibrio che sembrava completamente perso con la direzione dell’allenatore precedente, Delio Rossi.
Qualche numero: con Delio Rossi 12 partite, 2 vittorie, 3 pareggi e 7 sconfitte. Con Mihajlovic 11 partite, 5 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. Entrambi i ko, peraltro, arrivati contro Juventus e Napoli, ovvero prima e terza della Serie A. 9 punti con Rossi, 19 con Mihajlovic. La media a match è sensibilmente migliorata: da 1.33 con Rossi a 1.72 con Mihajlovic. Con Rossi 13 gol fatti e 22 subiti. Con Mihajlovic 14 fatti e 10 subiti. In pratica, lo “score” offensivo è rimasto pressoché inalterato, quello difensivo si è dimezzato.
Il giocatore più presente della rosa è il portiere Da Costa, impiegato in 2190 minuti. Subito dopo c’è il difensore De Silvestri, a 2061. L’uomo più prolifico è l’attaccante Eder, andato a segno per 9 volte. Il secondo marcatore è il collega di reparto Gabbiadini con 6 reti.
Nell’ultima partita, vinta 1-0 contro il Cagliari, la Sampdoria è scesa in campo con un 4-2-3-1: Da Costa in porta, De Silvestri, Gastaldello, Fornasier e Regini in difesa, Krstcic e Palombo a centrocampo, Soriano, Gabbiadini e Eder a supporto di Okaka.
(asroma.it)