Il Codacons contesta fortemente la decisione del sindacato calciatori di scioperare durante la 16° giornata di campionato, il prossimo 11 e 12 dicembre. «È uno sciopero vergognoso, indetto dalla categoria di lavoratori più privilegiata d'Italia -afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi-. Q
«Bisogna lavorare per evitare lo sciopero. Ci sono ancora parecchi giorni di tempo e il passaggio fondamentale di oggi davanti all'Alta Corte di Giustizia presso il Coni. Sappiamo che i tempi sono stretti ma non perdiamo la fiducia per una soluzione positiva». Sono le parole di Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, all'indomani della proclamazione dello sciopero da parte dell'Assocalciatori per il weekend dell'11 e 12 dicembre, in occasione del 16° turno del campionato di Serie A. Il sindacato dei calciatori e la Lega A sono stati convocati per oggi dall'Alta Corte di Giustizia. «L'Alta Corte, dopo aver sentito le parti, formulerà un parere sugli effetti e sul lavoro del commissario ad acta, dopodichè la Figc prenderà le sue decisioni. Siamo molto concentrati e restiamo fiduciosi», dice Abete a margine della presentazione della sesta edizione del torneo Karol Wojtyla. "Con l'Assocalciatori non esistono problemi legati ai rapporti personali, bensì problemiche legate alla posizione da loro assunta. Gli atteggiamenti pregiudiziali dell'Aic rendono difficile il confronto nel merito. Non c'entra il rispetto del mio ruolo nè la qualità di rapporti consolidati, serve solo un metodo condiviso». Così il presidente della Figc, Giancarlo Abete, tornando sulla riunione di ieri sul contratto collettivo che si è chiusa con la decisione dell'Aic di lasciare il tavolo ancor prima che il numero 1 di via Allegri potesse illustrare il documento di sintesi predisposto. «Così si corre il rischio di non approfondire mai nel merito i punti della trattativa, nemmeno quelli su cui teoricamente c'è l'accordo, perchè non è stato possibile fare nemmeno questo lavoro di sintesi - ha aggiunto - In trattative di questo tipo se un soggetto è convinto della validità di un contratto firma altrimenti no, ma prima bisogna arrivare a questo punto»
Adriano Galliani è rammaricato per la decisione dei calciatori di proclamare una giornata di sciopero, ma non ritiene che le società debbano rispondere con una mossa altrettanto forte come quella, da qualche parte ipotizzata, di mandare in campo l'11 dicembre le formazioni Primavera. «Sarebbe una follia e nessuno di noi ci ha mai pensato - ha assicurato Galliani - anche perchè in quel modo si altererebbe il campionato, la lotta per lo scudetto ma anche i piazzamenti per le coppe e la salvezza». Sul tema dello sciopero Galliani vuole mantenere una certa riservatezza: «Perchè - dice - sono stato in passato presidente della Lega, e quindi cerco di non dare risposte sui problemi che interessano la stessa Lega. Ci vedremo venerdì in una assemblea informale, e lì valuteremo la nostra posizione». Galliani ha comunque affermato di ritenere «incomprensibile il comportamento della delegazione della Aic, di non ascoltare il presidente federale. Ma la cosa più importante della giornata di ieri sono state le parole del presidente del Coni Petrucci». Per Galliani comunque ci sono un gran numero di cose nella politica del calcio da sistemare: «In consiglio federale, per esempio, i calciatori pesano per il 30% e le società per il 12%. Ci sono storture sulle quale è arrivato il momento di fare chiarezza a 360 gradi. Sono troppe le cose vecchie che debbono assolutamente essere sistemate».
«C'è un pò di preoccupazione per lo sciopero. Ci sono persone che stanno cercando di trovare delle soluzioni. I calciatori fanno parte di un mondo lavorativo che sta cambiando. I diritti sono diritti, le società non devono temere nulla. Serve buon senso, sarebbe bello mandare a tutti un segnale distensivo senza eludere la questione». Il tecnico della Nazionale italiana di calcio, Cesare Prandelli, commenta così a Radio Sportiva, l'annunciato sciopero dei calciatori per l'11 e 12 dicembre per il mancato accordo sul contratto nazionale dei calciatori.
«Rispetto a ieri non è cambiato nulla, vorrei fare un paio di precisazioni: mi sarei aspettato giudizi severi e parole di critica da parte del presidente del Coni, Gianni Petrucci, non solo nei confronti del sindacato calciatori ma anche nei confronti della lega di serie A». Queste le parole del presidente dell'Aic, Sergio Campana, all'indomani dello sciopero proclamato dai giocatori della serie A per il mancato rinnovo del contratto collettivo. Campana, prima di essere ascoltato dall'Alta Corte di giustizia presso il Coni, ha voluto sottolineare che «le critiche di Petrucci dovrebbero andare in tutte le direzioni e non solo nei nostri confronti. Non ho letto infatti sue parole in merito alla bocciatura da parte dell'Assemblea di Lega della bozza di accordo preparata dalla Federcalcio oppure per l'assenza dei rappresentanti della Lega al Consiglio federale. Anche queste sono azioni di sfiducia verso la Federcalcio e il suo presidente Giancarlo Abete. Ho massima stima e considerazione di Petrucci ma i giudizi abbastanza severi che ha espresso dovevano andare in tutte le direzioni e non solo all'Aic» ha sottolineato Campana, accompagnato al Coni dal vice Grosso e dal segretario generale del sindacato, Grazioli. Il presidente dell'Assocalciatori ha poi ricordato che il contratto scaduto «non è vecchio di 30 anni come dice il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ma è stato scritto nel 2006 con l'aiuto dell'avvocato Cantamessa, ai tempi legale della Lega e del Milan. Per noi quel contratto era perfetto mentre sulla bozza attuale siamo disposti a trattare su 6 degli 8 punti discussi sinora con la Lega - ha ricordato Campana - Su trasferimenti forzati e fuori rosa non siamo assolutamente disposti al dialogo». E proprio sui fuori rosa, Campana ha voluto sottolineare che «rappresenta uno strumento usato dalle società per obbligare i giocatori a rinnovare il contratto o ad accettare il trasferimento. Negli ultimi 20 anni non ci sono mai stati casi di questo tipo ad eccezione di una società: la Lazio. Evidentemente - ha osservato - qualche considerazione è da fare...». A chi parla di 'sciopero dei nababbì, infine , Campana ha risposto: «Anche 40 anni fa i quotidiano titolarono così. Speravo fosse cambiato qualcosa»




