Sciopero, Beretta: "Decisione irresponsabile". L'Aic: "La Lega non accetta la nostra impostazione". Lotito: "Comportamento gravissimo". Petrucci: "Scelta intimidatoria"

30/11/2010 alle 18:10.

«È una giornata senza precedenti. Lo sciopero è una decisione irresponsabile e senza ragioni. Stiamo assistendo ad un pericoloso gioco al massacro». Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A, commenta così la decisione dell'Associazione italiana calciatori (Aic) che ha confermato lo sciopero per il mancato accordo sul rinnovo del contratto collettivo. «Sono stupefatto dalla decisione dell'Aic di alzarsi dal tavolo mentre il

 

«L'azione di protesta nasce dal rifiuto della Lega di accettare l'impostazione dell'Aic». L'Associazione italiana calciatori (Aic) spiega così lo sciopero che bloccherà il campionato di Serie A nel weekend dell'11 e 12 dicembre. «L'Associazione Italiana Calciatori, preso atto dell'impossibilità di addivenire con la Lega di Serie A ad un'intesa sul rinnovo dell'Accordo Collettivo, conferma che i calciatori non scenderanno in campo alla 16a giornata di campionato della massima serie, fissata l'11 e 12 dicembre prossimi», si legge in una nota. «L'azione di protesta nasce dal rifiuto della Lega di accettare l'impostazione dell'Aic, più volte ribadita, che assicurava la piena disponibilità a discutere su 6 degli 8 punti indicati dalla Lega, con esclusione dei 2 punti riguardanti gli allenamenti separati e il trasferimento coatto», prosegue il comunicato.

 

«Il comportamernto dell'Aic è gravissimo. I rappresentanti del sindacato dei calciatori non hanno nemmeno fatto parlare il presidente Abete. La loro posizione è fuori da ogni logica, non si capisce perchè». Sono le parole di Claudio Lotito, presidente della Lazio e consigliere federale, dopo l'incontro fra i rappresentanti della Lega A e quelli dell'Assocalciatori (Aic) in federcalcio. La delegazione dell'Aic ha confermato di non essere disposta a trattare sui punti riguardanti i trasferimenti obbligatori e gli allenamenti a gruppi differenziati, i cosiddetti fuori rosa. Lotito precisa: «Noi non li abbiamo mai chiamati fuori rosa ma abbiamo fatto riferimento ad allenamenti in gruppi differenziati come avviene in altri paesi d'Europa. Su questo punto del contratto c'è un processo di vera e propria mistificazione. Per chi ha rose di 40 giocatori fare allenare tutti insieme è un problema organizzativo». Poi aggiunge: «Il contratto collettivo firmato trent'anni fa non va più bene, quel contratto non esiste più e bisogna ripartire da zero. Da parte nostra avevamo limitato le nostre proposte ad otto punti, ma loro sono rimasti ancorati a trattare solo su sei».

 

Anche Massimo Oddo, ex portavoce dei calciatori, si associa allo sciopero proclamato dalla categoria per l'11 e 12 dicembre. «Se l'associazione italiana calciatori ha dichiarato lo sciopero - ha detto Oddo a CNRmedia - vuol dire che questa volta sarà inevitabile visto che c'è stato già un primo appello a cui non è stata data risposta». «Sono un calciatore e mi associo ai miei compagni. Siamo pronti a fermare il campionato», ha precisato il difensore del Milan. Oddo ha confermato che il punto della bozza di nuovo contratto collettivo su cui è avvenuta la rottura con la Lega è la questione dei 'fuori rosà, i giocatori che i club vorrebbero far allenare separati dal gruppo. «Si sapeva che era quello il punto cardine - ha detto -. Vuol dire che nè da una parte nè dall'altra c'è la volontà di trovare alternative».

 

«Lo sciopero proclamato dall'Associazione Calciatori è un atto intimidatorio, prepotente e arrogante. Chi mostra i muscoli spesso denota debolezza. Quanto annunciato questa sera dall'Aic rappresenta la manifestazione di un'assoluta lontananza dall'attuale momento del Paese e una scarsa attenzione per le sorti del calcio italiano». Gianni Petrucci, presidente del Coni, commenta così l'annuncio dell'Associazione italiana calciatori (Aic) che ha proclamato lo sciopero per il weekend dell'11 e 12 dicembre. «Nonostante un apprezzato intento conciliativo del Presidente Abete -dice Petrucci in una nota-, l'Aic, interrompendo oggi le trattative senza entrare nel merito dei punti in discussione, ha calpestato le più elementari regole di buon senso. Inoltre, a differenza dell'Aic che dichiara di non capire l'obiettivo della convocazione dell'Alta Corte di Giustizia, il Coni comprende benissimo il significato dell'incontro previsto per domani, al quale - ricordo - non si partecipa per educazione ma per doveroso rispetto istituzionale verso il massimo organo di giustizia sportiva». «Questa vicenda -prosegue Petrucci - purtroppo accende i riflettori su un tema fondamentale come il rispetto delle regole sociali circa l'ambiguità di chi riveste contemporaneamente due ruoli incompatibili, quale Governo e Sindacato». «L'argomento -conclude Petrucci - è certamente di rilievo statutario e credo che sia giunto oramai il momento di approfondirlo».