Fulvio Collovati, a poche ore dal match fra Roma e Genoa, intervistato, ha parlato sul momento di forma delle due squadre.
Lei ha giocato prima a Roma a fine anni 80 per poi chiudere la carriera al Genoa : ha un ricordo delle sfide tra giallorossi e rossoblù?
«No, nessun ricordo in particolare. Ricordo solo che cera uno scambio di giocatori tra le due società che erano in ottimi rapporti. Il povero Signorini era in giallorosso e poi partì per Genova: poi ci fu larrivo di Bruno Conti sotto la Lanterna e poi toccò anche a me».
Qual è lo stato di forma delle due squadre alla vigilia della sfida di domani?
«E lampante che il Genoa stia molto meglio della Roma sia moralmente che fisicamente. I giallorossi sono in sofferenza poiché sono nelle ultime posizioni della classifica: proprio per questo sarà una gara molto difficile per i rossoblù. Anche se mancherà De Rossi la formazione di Ranieri cercherà di conquistare ad ogni costo i tre punti».
In entrambe le squadre sono stati svolti dei ritocchi nel mercato estivo: potrebbero essere determinanti?
«La Roma ha trovato la punta centrale che desiderava ossia Marco Borriello: ha anche preso Adriano che se rimesso in sesto può dare un buon contributo. Cè Simplicio che è un buon giocatore. Il Genoa ha come politica quella di cambiare ogni anno diversi uomini: il lavoro di Gasperini è dunque più difficile, ma riesce sempre ad ottenere risultati positivi».
Cosa manca al Genoa in particolare per fare il salto di qualità?
«Credo che se Gasperini riuscisse a trovare un certo equilibrio e un rendimento continuo in trasferta allora potremmo vedere che il Genoa potrebbe lottare per i primi 5-6 posti. E un obiettivo raggiungibile se Toni avrà anche una certa continuità nel trovare la via del gol».
E invece quali sono i punti di forza del Grifo?
«Mi piace molto il modo di giocare: è stato capace di vincere in inferiorità numerica contro il Bari. Ciò che mi convince molto è che nel modulo di Gasperini nulla viene lasciato al caso, ogni particolare è ben curato. Occorre però che i suoi uomini siano in perfetta forma fisica per riuscire a svolgere le azioni in velocità».
Si è detto che forse Kharja e Veloso siano giocatori tecnici ma non molto veloci per il centrocampo: è daccordo?
«Le rispondo con una frase del mio maestro, Nils Liedholm. Il barone diceva sempre che non è il giocatore che deve correre e sudare, ma è il pallone a doverlo fare. I calciatori devono avere movimenti rapidi e velocità di pensiero».
Martedì sera lei era a Marassi per commentare la partita della Nazionale per la Rai ed ha assistito agli incidenti provocati dai serbi: cosa si può fare per sconfiggere la violenza in modo definitivo?
«Al riguardo faccio notare che in Italia si parla di tolleranza zero, ma nessuno lapplica concretamente. Se nel nostro Paese non si applica la repressione, comè stato fatto in Inghilterra a metà ani 80, non sconfiggeremo mai il teppismo. Ricordo che le squadre dOltremanica restarono ben 5 anni fuori dalle coppe internazionali: ma alla fine hanno risolto il problema».
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