Leonardo: "Roma squadra difficile da affrontare"

17/10/2009 alle 16:14.

Queste le dichiarazioni rilasciate dal tecnico rossonero Leonardo in conferenza stampa, oggi a Milanello, alla vigilia della sfida contro la Roma: SULLA ROMA: “La Roma è una squadra che gioca in un modo molto particolare, possiede giocatori che non danno tanti riferimenti in attacco. Totti domani non ci sarà perché non è stato convocato, ma resta comunque una squadra difficile da affrontare."

SULLA ROMA:

“La Roma è una squadra che gioca in un modo molto particolare, possiede giocatori che non danno tanti riferimenti in attacco. domani non ci sarà perché non è stato convocato, ma resta comunque una squadra difficile da affrontare."

SUL LAVORO SVOLTO DURANTE LA SOSTA DEL CAMPIONATO

“Quando si giocano tante partite in poco tempo e poi arriva la sosta è utile per i giocatori perché si rendono conto di quanto siano stati importanti questi giorni di lavoro per noi.”

SUL MODULO DI GIOCO

“Tante volte bisogna dare un nome o un numero al modulo con cui scendiamo in campo, ma credo che molte volte diventi difficile farlo perché poi si è costretti a spostare un giocatore da una parte all’altra in base alla squadra che affrontiamo. La base si mantiene, il modo di giocare più o meno è sempre quello, ma a volte bisogna cambiare alcuni giocatori e adattarli alla situazione.

Per esempio, anche se Abate gioca come mezza ala a destra tende ad allargarsi perché le caratteristiche del giocatore non si possono cambiare. La cosa importante è comunque avere alternative sin dall’inizio, mantenendo sempre una linea di base. In passato abbiamo provato a cambiare cercando soluzioni migliori.”

SULLA CONDIZIONE DELLA SQUADRA:

"Tutte le squadre hanno problemi, non possiamo credere che il Milan abbia più problemi rispetto alle altre. Tutti hanno infortuni, assenze, ma se il Milan riuscirà ad esprimersi al meglio potremo fare molto meglio rispetto a quello fatto fino ad oggi. Se c’è una base solida soprattutto a livello mentale, si può solo fare meglio.

Bisogna organizzare le idee, il nostro riferimento siamo noi stessi e credo che possiamo fare meglio di quello che stiamo facendo.

In certi momenti abbiamo fatto bene, non siamo stati costanti e sono arrivate prestazioni e risultati negativi ed è questo che dobbiamo cambiare. Questo è il momento ideale per farlo: confrontarsi con la Roma, in casa, il momento è straordinario per dimostrare le nostre qualità. Abbiamo tante potenzialità e dobbiamo utilizzarle per farle bene, senza lamentarsi. Scendiamo in campo dopo la sosta, i nazionali sono arrivati riposati perché l’Italia ha conquistato la qualificazione ai Mondiali con una partita d’anticipo e mercoledì Pirlo e Zambrotta non hanno giocato. Gattuso è poi sceso in campo mercoledì e domani forse non ci sarà.

Personalmente come allenatore non so se sto crescendo, ma ritengo che il tempo dà maggiori informazioni su quelle che sono le idee e i meccanismi. So che noi dobbiamo sfruttare le nostre qualità. Non ha senso lamentarsi perché abbiamo a disposizione le condizioni ottimali e dobbiamo fare meglio rispetto a quello che abbiamo fatto fino ad adesso.

A tratti in certe partite le cose sono state fatte bene, ma a volte quando abbiamo più difficoltà facciamo fatica a gestire alcuni momenti della partita. A Bergamo si poteva vincere, si poteva giocare meglio, siamo stati in confusione, ma la confusione può anche essere frutto della tanta voglia di fare. Non è la mancanza di voglia che ci manca e ritengo che oggi, dopo due settimane di lavoro siamo più concentrati."

SUL MOMENTO DEL MILAN

"Definire con il termine disastroso il momento del Milan non lo ritengo giusto. Disastroso credo sia una parola troppo grossa per quello che stiamo vivendo. Se si hanno delle aspettative è chiaro che poi si rimane delusi. Le nostre aspettative sono di una squadra che negli ultimi cent’anni ha fatto bene. Oggi dobbiamo riorganizzarci. Le mie sono aspettative positive e sensazioni altrettanto positive. Definirei questo momento difficile, complicato perché un momento diventa disastroso quando non c’è più rimedio.

Oggi un po’ di tensione nell’affrontare la partita c’è, dobbiamo crescere per imporre il nostro modo di giocare perché quando spingiamo mettiamo in difficoltà gli avversari.

La squadra è consapevole di tutto quello di cui stiamo discutendo, ci sono luoghi comuni nel calcio in cui si mette in discussione l’allenatore.

L’immagine all’esterno è sempre diversa da quella che è la realtà, ma c’è sempre una via di mezzo. Quello che bisogna valutare è se la mia gestione ha portato successi o meno, non il modo in cui io mi pongo alla squadra.

Viviamo tutti le cose che succedono come il pareggio di Bergamo, il mio è un percorso difficile da capire, ma la mia posizione è molto chiara e se volesse la società potrebbe cambiare l’allenatore perché i risultati non sono buoni. La prestazione di Bergamo, al di là del risultato, non possiamo considerarla positiva, bisogna migliorare la base del lavoro, non guardare il risultato della partita. Vado avanti molto tranquillo per quello che sono le linee.

Dopo Zurigo la squadra ha reagito in modo positivo nel voler fare bene, la squadra vuole fare bene e ed è concentrata a prescindere dai risultati."

SULLA CESSIONE DI KAKA’

"Dopo la cessione di Kakà è normale che ci sia stato un momento di adattamento, ma non è un alibi. Noi andiamo avanti con i nostri obiettivi. Quest’anno siamo partiti consapevoli del doversi riorganizzare. Io vivo per me verso la squadra, non guardo all’esterno. Per me è una questione di campo e bisogna eliminare le etichette che ci vengono date da fuori. Fuori c’è un analisi del Milan che noi respiriamo, ma noi dobbiamo pensare a quello che siamo noi: una squadra con tante possibilità e tante alternative e dobbiamo mettere in campo quello che siamo."



SUI SINGOLI

"Huntelaar è arrivato in un momento in cui i risultati non sono stati dei migliori, è un giocatore che ha bisogno del gioco, entrerà nei nostri meccanismi come ha sempre fatto e credo che arriverà.

Quello di Abate è un ruolo a cui cerchiamo di dare continuità e cambiando modo di giocare è quello che interpreta meglio il ruolo di mediano a centrocampo.

Nesta: con lui non ho parlato della nazionale, lo vedo molto carico e felice di quello che sta facendo.

Pato ha tanta voglia di rientrare in nazionale, è un giocatore che ha vent’ anni, un Mondiale tra poco ed è consapevole che del fatto che dipende dal suo rendimento qua la sua convocazione. Lo vedo meglio e credo che se fa ‘il Pato’, potrà tornare in nazionale."