
CORRIERE FIORENTINO - Stasera grande sfida in chiave Champions: Fiorentina - Roma, Prandelli - Spalletti. Destini incrociati. I due allenatori, che forse negli ultimi anni, sono riusciti a farsi stimare maggiormente e a farsi corteggiare dai grandi club, si affrontano stasera con la statistica, negli ultimi quattro anni, a favore del tecnico di Certaldo. In Italia, un solo signore può vantare di averli avuti alle proprie dipendenze esonerandoli. Parliamo evidentemente del focoso presidente rosanero Maurizio Zamparini. I due allenatori, all'epoca, si avvicendarono in tempi diversi sulla panchina del Venezia. Dopo essersi fatti apprezzare dal vulcanico presidente, hanno fatto la stessa fine vedendosi recapitare la lettera di licenziamento. Zamparini, comerano Spalletti e Prandelli? «Più o meno come oggi, due grandi allenatori, bravissimi». Talmente bravi che lei non permise a nessuno dei due di finire la stagione... «Ah, ma quei licenziamenti non erano mica colpa loro. Era il Venezia ad essere scarso nella rosa e così io provavo a dare una scossa chiamando qualcuno nuovo». Dovesse scegliere oggi? «Mah, tirerei a sorte e quello che viene va bene. Li metto sullo stesso livello, pur con caratteristiche umane diverse». Quali? «Spalletti rappresenta al meglio il prototipo del toscano: lingua lunga e la presunzione di saperne sempre una in più degli altri. Ovvio che andassimo spesso in conflitto verbale. Prandelli è più pacato, riflessivo, come tanti uomini del nord».
«Più o meno come oggi, due grandi allenatori, bravissimi».
Talmente bravi che lei non permise a nessuno dei due di finire la stagione...
«Ah, ma quei licenziamenti non erano mica colpa loro. Era il Venezia ad essere scarso nella rosa e così io provavo a dare una scossa chiamando qualcuno nuovo».
Dovesse scegliere oggi?
«Mah, tirerei a sorte e quello che viene va bene. Li metto sullo stesso livello, pur con caratteristiche umane diverse».
Quali?
«Spalletti rappresenta al meglio il prototipo del toscano: lingua lunga e la presunzione di saperne sempre una in più degli altri. Ovvio che andassimo spesso in conflitto verbale. Prandelli è più pacato, riflessivo, come tanti uomini del nord».
E tecnicamente?
«Beh, forse Luciano ha fatto qualcosa in più sul piano del gioco, ma dopo Venezia, a Udine e Roma. Diciamo che è stato un precursore. Cesare è più ordinato, direi metodico».
Come funzionava il rapporto con i giocatori?
«Bene, non ho mai sentito qualcuno che si lamentasse, anche qui si equivalgono».
Non è che ha pensato qualche volta riportarseli a Palermo?
«Ma per carità, assolutamente no. A parte che non credo che avrebbero troppa voglia di riavermi come presidente, non penso proprio che Fiorentina e Roma commetteranno lerrore di farseli scappare. Hanno davanti una grande carriera ed il meglio deve ancora arrivare».