
CORSPORT - Un esposto alla procura federale contro il comportamento dellarbitro Mazzoleni. « E sia chiaro: noi non ce labbiamo con la Roma, società con la quale intratteniamo ottimi rapporti. Ma quel che è avvenuto prima, durante e, soprattutto, dopo la partita dellOlimpico ci ha offeso » . Mario Moroni vice-presidente del Lecce è un fiume in piena. Anche perché nel frattempo è arrivata anche la beffa: ammenda di cinquemila euro per frasi ingiuriose pronunciate da due dirigenti non identificati. Uno dei due era lamministratore delegato del club, Claudio Fenucci, persona facilmente identificabile per un arbitro, solo che lo voglia. «Siete vergognosi e ridete pure» , ha scritto Mazzoleni nel referto. E il Lecce non smentisce. Anzi.
Spiega Moroni: « Di fronte alle proteste peraltro legittime sulla concessione di un rigore inesistente, Mazzoleni rispondeva ridendoci in faccia, un comportamenbto inaccettabile antisportivo. Il designatore Collina dovrebbe fare una riflessione perché cose del genere non sono accettabili: i nostri sacrifici valgono quelli di tutti gli altri. Laltro pomeriggio, in una trasmissione televisiva in studio cera il presidente dellAia, Nicchi. Ha detto delle belle parole ma alle parole devono far seguito le risposte. Noi stiamo qui, le attendiamo ma non rimarremo con le mani in mano » .
Il Lecce è club sobrio che alza pochissimo la voce. Questanno, però, si sente risucchiato in un vortice oscuro. «Non capiamo » , dice Moroni. La società aveva chiesto che nessuno della «quaterna» del derby pasquale venisse designato, invece dal cilindro di Collina è spuntato Mazzoleni, quarto uomo. Dopo i maltrattamenti subìti in Palermo- Lecce avevano invitato, attraverso i canali istituzionali a non riproporre Dondarini: Collina gli ha assegnato Lecce Samp. Spiega Moroni:
« Dondarini è imputato in un processo, quello di Napoli in cui il nostro club si è costituito parte civile. E ipotizzabile che nei nostri confronti non abbia sufficiente serenità di giudizio?»
Accusa Moroni: « Da sei, sette giornate ci capita di tutto. Noi rispettiamo le regole, prima della partita quasi non salutiamo gli arbitri poi, però, vedi che loro intrattengono con taluni giocatori, gli idoli, rapporti di familiarità, anzi di complicità. Hanno comportamenti arroganti e temo che si stia tornando indietro. Per come funzionano ora le cose, quella arbitrale dà limpressione di un circolo chiuso, di una casta. E chi protesta prende due schiaffi: dai tifosi che pensano che non facciamo nulla per tutelare la squadra e dai vertici arbitrali che non danno risposte. Ora, però, la misura è colma: un arbitro può sbagliare, può difendere il suo errore ma non può offendere » .