Roma-Lecce, esposto dei pugliesi contro l'arbitro

21/04/2009 alle 16:11.

CORSPORT - Un esposto alla procura federale contro il comportamento dell’arbi­tro Mazzoleni. « E sia chiaro: noi non ce l’ab­biamo con la Roma, so­cietà con la quale intrat­teniamo ottimi rapporti. Ma quel che è avvenuto prima, durante e, soprat­tutto, dopo la partita del­l’Olimpico ci ha offeso » . Mario Moroni vice-presi­dente del Lecce è un fiu­me in piena. Anche per­ché nel frat­tempo è arri­vata anche la beffa: am­menda di cinquemila euro per fra­si ingiuriose pronunciate da due diri­genti non identificati. Uno dei due era l’ammi­nistratore delegato del club, Claudio Fenucci, persona facilmente iden­tificabile per un arbitro, solo che lo voglia. «Siete vergognosi e ridete pure» , ha scritto Mazzoleni nel referto. E il Lecce non smentisce. Anzi.

Spiega Moroni: « Di fronte alle proteste peral­tro legittime sulla conces­sione di un rigore inesi­stente, Mazzoleni rispon­deva ridendoci in faccia, un comportamenbto inaccettabile antisporti­vo. Il designatore Collina dovrebbe fare una rifles­sione perché cose del ge­nere non sono accettabi­li: i nostri sacrifici valgo­no quelli di tutti gli altri. L’altro pomeriggio, in una trasmissione televisiva in studio c’era il presidente dell’Aia, Nicchi. Ha detto delle belle parole ma alle parole devono far seguito le risposte. Noi stiamo qui, le attendiamo ma non rimarremo con le mani in mano » .

Il Lecce è club sobrio che alza pochissimo la voce. Quest’anno, però, si sente risucchiato in un vortice oscuro. «Non ca­piamo » , dice Moroni. La società aveva chiesto che nessuno della «quaterna» del derby pasquale venis­se designato, invece dal cilindro di Collina è spuntato Mazzoleni, quarto uomo. Dopo i mal­trattamenti subìti in Pa­lermo- Lecce avevano in­vitato, attraverso i canali istituzionali a non ripro­porre Donda­rini: Collina gli ha asse­gnato Lecce­ Samp. Spiega Moroni:

« Dondarini è imputato in un processo, quello di Na­poli in cui il nostro club si è costituito parte civile. E’ ipotizzabile che nei no­stri confronti non abbia sufficiente serenità di giudizio?»

Accusa Moroni: « Da sei, sette giornate ci capi­ta di tutto. Noi rispettia­mo le regole, prima della partita quasi non salutia­mo gli arbitri poi, però, vedi che loro intrattengo­no con taluni giocatori, gli ”idoli”, rapporti di fa­miliarità, anzi di compli­cità. Hanno comporta­menti arroganti e temo che si stia tornando in­dietro. Per come funzio­nano ora le cose, quella arbitrale dà l’impressio­ne di un circolo chiuso, di una casta. E chi protesta prende due schiaffi: dai tifosi che pensano che non facciamo nulla per tutelare la squadra e dai vertici arbitrali che non danno risposte. Ora, pe­rò, la misura è colma: un arbitro può sbagliare, può difendere il suo erro­re ma non può offende­re » .