
GASPORT - Alla fine, il diesse Pradé e Bruno Conti si sono scusati con Tare. È lepilogo dellepisodio avvenuto nellintervallo del derby, protagonisti Spalletti e il team manager laziale. Il famoso dito di Igli Tare era in aria. Non era minaccioso e non ha mai rischiato dinfilarsi in parti poco nobili, dove di solito un allenatore appoggia il suo peso in panchina. Il problema è che Luciano Spalletti sulla panchina sabato si è seduto ben poco.
Ha trascorso il primo tempo in piedi, tra un ordine ai giocatori e qualche parolina nei confronti dellarbitro, informando dei suoi punti di vista anche il quarto uomo, Mazzoleni. Poi, nel tunnel che porta agli spogliatoi, il pressing di Spalletti sullarbitro Morganti, per lamentare il rigore non accordato per il placcaggio su Baptista, langolo dal quale è nato il primo gol della Lazio e ricordare un altro rigore negato un anno fa. Tare, a questo punto, ha detto «mister, non si fa così», sventolando il dito.
Spalletti, rispolverando una metafora a lui molto cara, ha invitato Tare ad usare il dito come supposta. È intervenuto Baldini, collaboratore di Spalletti: «Luciano, basta». Persino Baldini era sconcertato per la volgarità di Spalletti.