GASPORT - Strana la vita, signor Ferrari. Oggi lei è il leader della terza migliore difesa in serie A, eppure tutto iniziò per caso, dallincontro con il presidente Preziosi in un ristorante romano, dove lui le manifestò la sua stima. «La scelta di Genova e del Genoa è stata difficile e facile al tempo stesso. Ero in trattativa anche con squadre di prestigio, che in quel momento già facevano la Champions, ma non ero convinto. Ho sempre pensato di poter essere un giocatore importante in un gruppo e volevo sentirmi addosso questa responsabilità».
Per il suo curriculum illustre? «No, volevo solo una società che puntasse proprio su di me. Il presidente Preziosi è stato bravo a convincermi, mi ha fatto una corte serrata».
La rosa è cambiata parecchio. «Allottanta per cento, tutti nuovi. Ero già stato qui, ma da ragazzino (stagione 1997-98, ndr). Venivo da un infortunio a un ginocchio, così ho ricostruito tutto, mattone su mattone, in una squadra che non era più una neopromossa, ma subito dietro alle grandi».
Lei fu il primo ad ammetterlo. «Un giorno dissi che era il momento di smetterla di guardarsi indietro, bisognava puntare in alto. Qualcuno rimase sorpreso, mi dissero che i genoani erano abituati a soffrire, sempre in lotta fra la B e la A, dietro ai blucerchiati. Per me invece questa squadra poteva fare il salto di qualità».
Esiste il rischio di unebbrezza dalta quota? «Noi stiamo già compiendo unimpresa, ma il cammino è ancora lungo. Non ci sentiamo appagati. Quanti passi avanti rispetto allanno scorso: migliorare la classifica, arrivare davanti alla Samp, centrare lobiettivo-Europa. E, adesso, il sogno-Champions. Ci mettiamo sempre in discussione».
La sua Roma? Che effetto le fa guardarla dallalto? «Non ho sassolini nelle scarpe. Nè ho mai pensato: Loro sono staccati e noi abbiamo subito meno gol. Capitolo chiuso. Volevo cambiare, dopo quattro anni di una storia comunque importante. Lambiente giallorosso sapeva chi aveva in casa e sa chi ha perso. Scelte diverse, ma sono rimasto in buoni rapporti con tutti».
Cosa vede allorizzonte? «Ho compiuto ventinove anni a dicembre, penso di essere allapice della formazione calcistica. Se ora lobiettivo comune è il quarto posto, lanno prossimo sarà più in alto».