"Mai più in 2000 a bordocampo"

19/12/2008 alle 13:37.

IL ROMANISTA (GALLI) - «Sarà una sfida difficile. Da calciatore spero che non si verifichino le condizioni della scorsa stagione. È impossibile giocare con duemila persone a bordo campo». Vabbè, proprio duemila no. Parlando ai giornalisti della Gazzetta dopo il successo sul Bologna, commentando preoccupato il prossimo impegno a Catania (l'ultimo del 2008), Danielino esagera un po'. In quel pomeriggio di violenza e vergogna di sette mesi fa (anzi, sette mesi e un giorno), lungo il perimetro di gioco del Massimino ci saranno state

Sulla carta contano, nell'ordine, una Roma gagliarda, la concomitanza di risultati, un aiuto divino, un'Inter senza Ibrahimovic. Altro? Sì, che si possa giocare a pari condizioni. Invece, al termine di una settimana turbolenta, condita da non poche polemiche, la Prefettura di Catania decide di vietare la trasferta ai romanisti. Mentre quella di Parma la permette agli interisti. Strategia ingiusta, ma che forse salva la pelle a centinaia di tifosi giallorossi. Al Massimino e dintorni si scatena un'autentica caccia al romano. Squadra compresa. Un'ora e mezza prima del fischio d'inizio, il pullman viene attaccato. Letteralmente. Spinte, calci, pugni e un martelletto prova a sfondare il parabrezza. Paradossalmente, proprio l'arrivo del torpedone romanista evita guai peggiori a tre giornalisti. Uno è il nostro Daniele Lo Monaco, gli altri sono i colleghi di Repubblica Emanuele Gamba e Mattia Chiusano. Il taxi che li sta portando allo stadio viene circondato, il conducente viene minacciato, a Lo Monaco viene strappato il tesserino dell'Ordine, si sfiora la tragedia. Poi, appunto, il drappello di teppisti si accorge del pullman e cambia preda.

In campo è una battaglia. Vera. Gli insulti e le minacce dei tifosi si traducono in interventi killer sul terreno di gioco. Il gol di Vucinic non spegne il furore catanese, che di agonistico ha ben poco. A bordo campo - riguardatevi i video su youtube - qualche centinaio di tifosi (sì, tifosi) sono pronti a passare alle vie di fatto. La salvezza? Se non arriverà per il Catania, non arriverà nemmeno per la Roma. Con sfumature e significati diversi e facilmente interpretabili. Mentre in tribuna i colleghi delle radio annunciano le novità romaniste con un filo di voce, al Tardini Ibra ci chiude in faccia la porta della storia. La Roma si leva il cappello, e lascia che Martinez porti a termine "l'impresa" catanese. C'è persino un capitolo buffo in questa tragicommedia all'italiana. Nei giorni che precedono quella maledetta partita c'è chi, nel corso di una trasmissione televisiva catanese, dice: «L'ordine pubblico è minacciato dai romanisti». Il giorno dopo, forte del rapporto dei suoi 007, il Procuratore Federale, Stefano Palazzi, apre un'inchiesta. In Federcalcio dicono che una decisione sarà presa proprio dopo questo Catania-Roma.

teme l'ambiente catanese. Ambiente che il buon Terlizzi, difensore dai piedi così e così e una carta d'identità romanista (se lo dice lui) ha contribuito ad infuocare con l'invito a picchiare un po' di più . Da due giorni parla con mezzo mondo per giustificarsi. L'ha fatto pure ieri: «Non ho mai detto una frase del genere, il mio tono era assolutamente scherzoso». Lo spiegherà alla Procura Federale, che ha aperto un fascicolo solo per lui. Che poi manco a dire che il fattore campo non conti, a Catania. La squadra di Zenga, finora, ha collezionato al Massimino sei vittorie su otto. non chiede favori o minori attenzioni. Semplicemente, entrambi, che la partita non si trasformi in una corrida.