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Celtic-Roma, GASPERINI: "Dybala è pronto, domani spazio a Pisilli. Stanchezza? Fisica no, ma siamo stati meno efficaci. Ferguson ha avuto tante opportunità". HERMOSO: "Non ho parlato con Folorunsho, si commenta da solo" (FOTO)

10/12/2025 alle 18:17.
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Domani alle ore 21:00 andrà in scena allo Stadio Olimpico il delicatissimo match tra Celtic e Roma, valido per il quinto turno della fase campionato di <strong>Europa League. Oggi, giornata di vigilia, l'allenatore Gian Piero Gasperini interverrà in conferenza stampa insieme a Mario Hermoso direttamente dalla sala stampa di Celtic Park, alle 18:30 italiane. Come di consueto, LAROMA24.IT seguirà l'evento in diretta.

LE PAROLE DI GASPERINI

Disse che Dybala avrebbe potuto giocare anche 90', poi a Cagliari la febbre. Domani è di nuovo pronto per giocare 90'?
"Un giocatore quando è guarito è in condizione di giocare. Dybala ha avuto un contrattempo, quando si supera...si allena da tanti mesi, tutti i giocatori sono in grado di giocare 90'".

Contro il Napoli e il Cagliari la Roma è tornata poco a tirare in porta. Si tratta di un caso o è preoccupato? Ha chiesto ai suoi di essere più spregiudicati?
"Non siamo mai stati molto prolifici, tutto l'anno, probabilmente è una difficoltà strutturale, ma a sprazzi abbiamo avuto ottimi periodi. Con il Napoli era più difficile, a Cagliari c'erano situazioni non ideali, ma noi non siamo capaci di produrre, non è una questione di singolo, ma di reparto. Come squadra dobbiamo ritornare a una migliore espressione di gioco che ci porta a delle conclusioni più pericolose".

La Roma ci è apparsa un pochino stanca. Esiste questo tema secondo i vostri parametri o è una nostra impressione?
"Dipende che tipo di stanchezza intende. Stanchezza fisica no, anche per i parametri che ci sono, ma sicuramente l'espressione delle partite è stata meno efficace di altre volte, però faccio fatica a intuire qual è il tipo di stanchezza se si gioca dopo 4 giorni. C'è anche la stanchezza nervosa, magari dovuta ad altre situazioni, ma sotto l'aspetto fisico e atletico è una squadra che corre fino alla fine".


Che idea si è fatto di Ferguson? Pensa di dargli più spazio in Europa?
"Non ci sono antipatie o simpatice. Ci sono le prestazioni. Ferguson ha avuto tante opportunità, a parte quando era infortunato, lo vogliamo aspettare? Certo, è giovane, possiamo aspettare che abbia prestazioni migliori di quelle fornite finora. Non sul piano tecnico. Mario è l'esempio perfetto di questo. Non li conoscevo, ma le sue caratteristiche gli hanno permesso di diventare una colonna portante di questa squadra, non solo per le qualità tecniche, anche di spogliatoio, io mi auguro che sia così anche per Ferguson. Magari quello che non siamo stati in grado di fargli esprimere finora saremo in grado di farlo più avanti".


Cosa pensa del Celtic? Ha l'opportunità di fare doppietta dopo i Rangers.
"Sono un'ottima squadra, ho visto l'ultima partita, è stata una buona prestazione anche se hanno perso. Non è mai facile giocare in trasferta, in questo stadio meraviglioso che trasuda tradizione e storia. Domani mi auguro sarà una bella partita fra due squadre alla ricerca di quei punti che ora cominciano a pesare".

In attacco ci sono stati diversi esperimenti: a che punto siamo per arrivare alla soluzione finale?
"Abbiamo avuto delle defezioni, anche lunghe, fra Dovbyk e Ferguson, ci hanno giocato loro, anche Dybala e Baldanzi, spesso per necessità. Quello che ha fatto spesso bene è Baldanzi, anche gli altri in modo alterno. Non è un problema solamente della punta, se abbiamo realizzato poco va generalizzato a tutti quanti, tutti dobbiamo fare meglio. Siamo rimasti all'assist di Mancini per Celik, dobbiamo ripartire da quello".

Il Celtic con Nancy ha schierato una linea a 3, lei è l'artefice di questa difesa, o che l'ha resa così popolare. Quali sono i vantaggi in fase di impostazione? Cosa ha osservato nella prestazione del Celtic dietro?
"Per la prima volta sono stati bravi, anche i gol sono stati casuali, uno su calcio d'angolo. Hanno interpretato bene la partita, segno che ormai i moduli sono acquisiti, sono i dettagli che fanno la differenza più che il modulo in sé. In passato era l'Atalanta la novità, ora è più diffusa. Non so come giocherà domani il Celtic, però è una squadra che mi piace perché ha fatto una partita molto offensiva, aperta, poi il risultato non è stato positivo ma mi ha fatto un'ottima impressione".

Lei ci dice che quando c'è la partita non pensa mai alla successiva. Non sappiamo se lunedì avrà Ndicka o El Aynaoui: ha novità? Potrebbe farli giocare perché potrebbe essere l'ultima prima della convocazione?
"Non abbiamo certezze, speriamo di averle domani perché lunedì è vicino. La società sta parlando con la Federazione. Posso dire che giocherà Celik, che è squalificato, vorrei dare spazio a Pisilli, per il resto dobbiamo essere una squadra molto attenta perché domani è una partita vera di Europa. Sul fatto di El Aynaoui, devo vedere se ha superato bene il problema al ginocchio che si sta trascinando e Ndicka può giocare ogni giorno (ride, nda), giocare ogni quattro è relativo".


LE PAROLE DI HERMOSO

A Cagliari abbiamo visto cosa è successo: hai avuto modo di parlare con Folorunsho?
"Non abbiamo parlato, non spetta a me commentare quello che è successo, si commenta tutto da sé. Spetta alla Lega decidere fino a che punto determinati atteggiamenti sono accettabili"



Ti sei mai sentito fuori dal progetto?
"Quando sono arrivato qui a Roma, sono arrivato in un momento difficile per il club. Ci sono stati diversi cambi di allenatori, perché ho vissuto dei mesi complicati sia a livello sportivo che personale. Nel mercato di gennaio ho avuto l'occasione di andare a giocare al Leverkusen e quindi ho ritrovato quelle sensazioni di cui un calciatore ha bisogno. Mi sono sentito importante e fino all'infortunio, diciamo, tutto è andato per il meglio. In vista della nuova stagione, era chiaro che, alla luce dei precedenti negativi avuti nella prima parentesi alla Roma, era difficile per me poter pensare di continuare. Mi sembrava anche che il club stesse cercando dei profili diversi e più interessanti per il progetto che avevano intrapreso, ma quando è iniziata la nuova stagione, grazie al mister, grazie a un colloquio che abbiamo avuto già dal primo giorno, in cui io avevo chiesto di avere l'opportunità di fare un precampionato normale, una preparazione, cosa che non avevo potuto fare nella stagione precedente. Il mister mi ha dato questa opportunità, mi ha detto che mi avrebbe giudicato sulla base del lavoro fatto quotidianamente in campo. Gli sono molto grato, mi ha fatto sentire di nuovo quel piacere di allenarmi, di giocare, di affrontare le sfide senza paura. In questo senso, sento che siamo due persone simili, persone che vanno dritte per la loro strada, senza paura, senza timore. Alla luce di tutto questo, spero di poter continuare questo rapporto, questa collaborazione ancora a lungo, e mi pare che anche i risultati si stiano vedendo a livello mio personale e di squadra".


La cosa che stupiva l'anno scorso, ricordando il calciatore che eri stato a Madrid, è che sembravi diverso. Quest'anno nella Roma abbiamo ritrovato caratteristiche avevi. A parte le differenze fra tecnici, hai trovato caratteristiche comuni tra i due?
"Come è stato detto pochi minuti fa, il mister è stato uno dei primi a introdurre la difesa a 3, per difendere e per impostare, creare lo spazio per centrocampisti e attaccanti, con continui inserimenti. Mi adatto bene a questo calcio, mi piace, con o senza palla. A livello fisico quando sono arrivato non era un buon momento per me. L'affinità con Simeone è la grande capacità di saper trasmettere alla squadra dentro al campo e nello spogliatoio a gruppi di calciatori con lingue diverse, culture diverse, modi diversi di intendere il calcio. Si tratta di un'operazione complessa, è far andare tutti nella stessa direzione".