Montella: "A Roma avremmo potuto vincere altri due scudetti. Celik? Perfetto per qualsiasi allenatore" (VIDEO)

28/10/2025 alle 12:43.
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VIVA EL FUTBOL - Vincenzo Montella, ex calciatore e allenatore della Roma e attuale commissario tecnico della Turchia, è stato invitato come ospite al programma di Lele Adani, Antonio Cassano e Nicola Ventola. Tra i vari temi trattati l'"Aeroplanino" ha raccontato numerosi aneddoti legati alla sua avventura in giallorosso e ha parlato anche della crescita di Zeki Celik.

L'arrivo di Cassano alla Roma?
«Arrivò dopo che avevamo vinto lo scudetto. Dopo il ritiro, quando tornammo a Trigoria, avevo la camera singola e un dirigente, Tonino Tempestilli, venne da me e disse: “Guarda, Vincenzo, per favore, non lo vuole nessuno. Lo puoi prendere tu?”. Ma ero abituato a stare da solo e alla fine mi feci convincere. Guardava sport fino alle tre, quattro: NBA, football, qualsiasi cosa ad alto volume. Ovviamente non dormivo. Io avevo la mia camera tutta allestita: il mio materasso, i miei cuscini, il mio stereo, il mio televisore... Alla fine non ce la feci più: gli lasciai la mia camera e me ne andai a dormire nella camera dei ragazzini della Primavera».

Lo scherzo al medico della Roma?
«Una notte facemmo uno scherzo al dottore: io finsi la febbre e lo chiamarono d’urgenza. Arrivò in camera in mutande, noi (io a Cassano, ndr) aprimmo il balcone e lo chiudemmo fuori. Faceva freddo. Capello passò nel corridoio, sentì rumori, entrò e trovò il dottore sul balcone in mutande. Lo cacciò via furioso. Dopo due giorni siamo andati noi a spiegare che era uno scherzo e lo “salvammo”».

Le mancate vittorie?
«Secondo me potevamo vincere altri due scudetti. Avevamo una squadra incredibile e gli altri erano in transizione. Potevamo vincere ancora perché eravamo più forti, nel 2002 perdemmo per pochi punti. Avevamo un attacco incredibile, c'era anche Balbo nel 2001».

L'ultimo rinnovo di contratto?
«Ero in scadenza, stavamo andando male ma ero capocannoniere. Io e Totti firmammo, Cassano si sentiva un fenomeno e tirava la corda. Io firmai perché volevo rimanere, poi mi seguì Totti. Cassano andava a trattare dal presidente Sensi indossando solo le mutande, nella migliore delle ipotesi».

Celik?
«Perfetto per qualsiasi allenatore: professionale, affidabile, fa il suo compito ovunque giochi. In uno spogliatoio serve sempre».